Firenze, 27 mag. (Adnkronos) - "Don Milani, aveva una acuta sensibilità circa il rapporto -che si pretendeva gerarchico- tra centri e periferie. Come uscire da una condizione di emarginazione? Come sollecitare la curiosità, propulsore di maturità? Come contribuire, da cittadini, al progresso della Repubblica? Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare la povertà, anzi le povertà. Non a caso oggi si usa l’espressione 'povertà educativa' per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del'apertura delle celebrazioni per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani."La scuola -ha proseguito il Capo dello Stato- per conoscere. Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola. 'Il mondo -diceva don Milani- si divide in due categorie: non è che uno sia più intelligente e l’altro meno intelligente, uno ricco e l’altro meno ricco. Un uomo ha mille parole e un uomo ha cento parole'. Si parte con patrimoni diversi. Da questa ansia si coglie il suo grande rispetto per la cultura. La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa, e genera ulteriori discriminazioni. La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine".