(Adnkronos) - L'attività investigativa ha fatto inoltre emergere come, a tale pervasività e violenza, si unisse la capacità dell'organizzazione di gestire notevoli flussi di denaro provento di illecite attività che producevano liquidità da reimpiegare: tra le altre cose, sono state documentate reiterate intestazioni di aziende a prestanomi per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione. Un vero e proprio sistema ben collaudato in cui, attraverso l'emissione/ricezione di fatture per operazioni inesistenti o con sovrafatturazioni nonché finte assunzioni di dipendenti, si andava a inquinare il tessuto sano dell'economia del territorio conseguendo illeciti guadagni nei settori della logistica e dei servizi funerari. Non solo, sono stati documentati anche casi di imprenditori che, istaurando rapporti ai limiti della connivenza, si sono avvalsi dei servizi offerti da alcuni degli indagati per lucrare sul fronte del costo del lavoro e della manodopera: emblematico è stato il caso di una nota azienda di logistica che, per il tramite di alcune società cooperative riferibili agli indagati, di fatto agiva come se i soci della stessa fossero dipendenti della ditta. Attività illecite che non si fermavano nemmeno di fronte a alla pandemia da Covid-19: nel corso di una conversazione, infatti, veniva descritto come uno dei figli del reggente della Locale, affiliato con la dote di 'sgarrista', intuendo la possibilità di lucrare sul fenomeno del trasporto delle salme delle vittime del virus, parlando con altro indagato, mentre alla televisione scorrevano le immagini della colonna di salme trasportate dall'esercito, spiegava come poter, attraverso una società intestata a un prestanome e l'emissione di false fatture, ottenere dei guadagni illeciti nel settore del trasporto feretri. A ulteriore conferma della capacità della famiglia Maiolo/Manno di poter influenzare il territorio è stata documentata e contestata l'ipotesi di reato di coercizione elettorale in quanto si è appurato come la Locale avesse tentato di influenza il voto per le elezioni comunali locali a favore di uno dei candidati. Oltre alla famiglia 'ndranghetista, la squadra mobile, coordinata dalla procura distrettuale di Milano ha chiesto e ottenuto l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un soggetto, appartenente alla famiglia mafiosa di Pietraperzia (En) collegata ai Rinzivillo, a cui sono state contestate le ipotesi di usura ed intestazione fittizia aggravate dalla mafiosità: l'uomo, particolarmente attivo nel campo dei prestiti a usura che venivano reinvestiti in beni immobili e mobili, tra cui autovetture di lusso sottoposte a sequestro preventivo avrebbe intrecciato degli accordi di spartizione del territorio con la famiglia di 'ndrangheta di Pioltello. Le operazioni, tuttora in corso, vedono impegnati decine di poliziotti della squadra mobile di Milano, in collaborazione con il personale del reparto prevenzione crimine di Milano, delle unità cinofile della questura di Milano.