Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Oggi il Senato vota sul conflitto di attribuzioni tra il senatore Renzi e la procura di Firenze. Il testo della relatrice Modena, che personalmente trovo convincente" va letto "prescindendo dal nome di Renzi e dal concreto caso giudiziario, come se fosse un parlamentare ignoto. A me sembra o evidente che sia un’iniziativa del potere giudiziario che sposta palesemente i confini dei rapporti tra poteri violando l’articolo 68 della Costituzione che richiede per questo tipo di iniziative l’autorizzazione della Camera di appartenenza". Così Stefano Ceccanti del Pd. "L’episodio richiama un analogo tentativo di forzare i confini del rapporto tra i poteri, quello della procura di Palermo contro il Presidente Napolitano che portò giustamente quest’ultimo ad un analogo conflitto. Nel caso di Napolitano la forzatura, il tentativo di riscrivere in modo riduttivo i poteri della Presidenza della Repubblica, fu respinto dalla Corte Costituzionale". "In particolare va segnalato questo passaggio: 'tutti gli organi costituzionali hanno necessità di disporre di una garanzia di riservatezza particolarmente intensa, in relazione alle rispettive comunicazioni inerenti ad attività informali, sul presupposto che tale garanzia – principio generale valevole per tutti i cittadini, ai sensi dell’art. 15 Cost. – assume contorni e finalità specifiche, se vengono in rilievo ulteriori interessi costituzionalmente meritevoli di protezione, quale l’efficace e libero svolgimento, ad esempio, dell’attività parlamentare e di governo'"."'Si inquadra in questa prospettiva la disposizione di cui all’art. 68, terzo comma, Cost., riguardante i membri delle due Camere, la quale stabilisce che non si possa ricorrere, nei confronti di tali soggetti, ad intercettazioni telefoniche o ad altri mezzi invasivi di ricerca della prova, se non a seguito di autorizzazione concessa dalla Camera competente'", prosegue Ceccanti."Per questo, a prescindere dall’appartenenza di gruppo, sarebbe auspicabile che ogni senatore presidiasse i confini delle prerogative del Parlamento contro questa pesante invasione di campo. Per di più va rilevato che si tratta di corrispondenza per cui l'autorizzazione deve essere sempre preventiva, anziché intercettazioni in cui può anche essere successiva. La materia quindi non lascia dubbi di sorta: è il momento di difendere il Parlamento e l’articolo 68 della Costituzione".