(Adnkronos) - "Dopo le necessarie verifiche sull’esistenza di una posizione affine alle competenze di Barbato, il cui contratto non comportasse aggravio di spesa per l’Amministrazione comunale e con una durata pari a quello già sottoscritto in precedenza, Barbato viene ricollocato in Amat, partecipata del Comune operativa nella pianificazione e regolazione della mobilità, della sosta e del trasporto, che a sua volta riscontra la rispondenza del profilo di Barbato con le esigenze aziendali di supportare lo sviluppo del progetto 'LEZ' (denominato successivamente 'Area B').La ricollocazione al nuovo incarico – che lo vedeva mantenere ruolo e retribuzione da dirigente – non è mai stata contestata da Barbato dinanzi all’autorità giudiziaria. Nei primi giorni del mese di agosto, il Comune si trova nella condizione di dover avvicendare il Comandante della Polizia Locale. In quel momento il Corpo, costituito da circa 3.000 agenti e ufficiali, poteva contare solo su un unico dirigente. La procedura di selezione pubblica per la posizione di Comandante del Corpo effettuata solo 9 mesi prima, a cui avevano partecipato dirigenti e funzionari in possesso dei requisiti minimi previsti dal bando, aveva portato ad escludere la presenza di altri profili compatibili con le funzioni di Comandante.Dette circostanze hanno orientato l’Amministrazione a scegliere di coprire la posizione attraverso l’istituto del comando (ossia chiedere in prestito ad altra amministrazione un dirigente già formato e idoneo senza altra formalità che il consenso delle amministrazioni e del dipendente), nel pieno rispetto delle norme vigenti e con garanzia di celerità. Individuata la figura del primo dirigente della Polizia di Stato Marco Ciacci, già conosciuto e apprezzato dall’Amministrazione comunale per le molte e proficue collaborazioni e iniziative congiunte svolte da numerosi anni nell’ambito del settore della sicurezza nella città di Milano, il Comune avanza richiesta di comando al Questore di Milano. La richiesta è stata inoltrata in data 11 agosto, ossia dopo circa dieci giorni dall’insorgere dell’emergenza e non dunque “il giorno dopo”. (segue)