(AdnKronos) - Un ruolo importante per determinare il risultato positivo del mese, sottolinea, "va quindi sicuramente attribuito al calendario e non solo per la ragione appena citata, ma anche, e soprattutto, perchè quest’anno aprile ha avuto un giorno lavorato in più rispetto allo stesso mese del 2018, giorno lavorato che in termini di immatricolazioni vale circa il 4,5% del totale mensile. E’ dunque evidente che, al netto dell’effetto di calendario, il risultato di aprile sarebbe stato in calo e quindi in linea con i risultati del primo trimestre che, come è noto, si era chiuso con un calo del 6,5%, mentre nel primo quadrimestre la contrazione si è ridotta a -4,6%".Il dato di aprile, sempre secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, "non muta quindi la situazione complessiva del mercato dell’auto che, dopo il calo del 2018 a cui si è accennato più sopra, dovrebbe far registrare nel 2019 una contrazione del 5,8% portando le immatricolazioni da 1.910.564 del 2018 a quota 1.800.000 a fine 2019, un livello non sufficiente per assicurare il corretto rinnovo di un parco circolante di oltre 39 milioni di autovetture come è quello italiano". Le ragioni principali di questa situazioni, rileva, "sono essenzialmente due. La prima è il quadro economico che resta molto preoccupante nonostante la piccola crescita del Pil (+0,2%) nel primo trimestre dell’anno che per il momento è solo una rondine che non fa primavera. La seconda ragione è la persistente demonizzazione del diesel che crea un notevole disorientamento negli automobilisti che devono sostituire un’auto diesel e non trovano sul mercato una soluzione altrettanto conveniente".