Roma, 6 feb. (AdnKronos Salute) - La lotta al cancro potrebbe arricchirsi, in un prossimo futuro, di nuovi strumenti terapeutici selettivi efficaci. La collaborazione multidisciplinare tra Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e Istituto di chimica del riconoscimento molecolare (Icrm) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha portato infatti all'identificazione di una molecola, brevettata, in grado di inibire selettivamente l'attività della proteina-chinasi Nek6, bloccando in tal modo la proliferazione delle cellule neoplastiche.La scoperta, pubblicata su 'Scientific Reports' (rivista del gruppo Nature), è frutto del lavoro dei ricercatori Marta De Donato, Benedetta Righino, Flavia Filippetti, Alessandra Battaglia, Marco Petrillo e Davide Pirolli, coordinati dal professor Giovanni Scambia (professore ordinario di Clinica ostetrica e ginecologica presso l'Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs), da Daniela Gallo (dirigente sanitario responsabile dell'Unità di Medicina traslazionale per la salute della donna e del bambino del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs) e da Maria Cristina De Rosa (responsabile Icrm, sede secondaria di Roma, del Cnr).In Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e le malattie neoplastiche rappresentano ancora la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari (37%). In particolare, il carcinoma del polmone è la prima causa di morte oncologica nella popolazione italiana generale, seguito dal carcinoma del colon-retto e dal carcinoma della mammella femminile. Il tumore dell'ovaio, al nono posto tra le forme tumorali, a fronte di un'incidenza relativamente bassa, rappresenta la principale causa di morte per tumore ginecologico."Il nostro gruppo di ricerca si è occupato negli ultimi anni del ruolo della proteina Nek6 nel tumore dell'ovaio - spiega Gallo - dimostrando come elevati livelli di espressione nel tessuto tumorale si correlino con una prognosi sfavorevole e una scarsa risposta al trattamento di prima linea. Risultati simili sono stati ottenuti anche da altri gruppi di ricerca in differenti tumori solidi. Sulla base di tali rilevanze cliniche e in considerazione del ruolo di Nek6 nella progressione del ciclo cellulare e nella crescita ancoraggio-indipendente, abbiamo ipotizzato che tale proteina potesse costituire un target interessante e promettente per nuove terapie antitumorali personalizzate". "Grazie all'utilizzo dei più recenti metodi di chimica computazionale, che permettono di testare virtualmente milioni di composti al computer - aggiunge De Rosa - abbiamo identificato una serie di molecole con putativa attività inibitoria per Nek6". "I composti così individuati - aggiunge De Donato, primo autore della pubblicazione - sono stati quindi testati in vitro con differenti tecniche per la conferma dell'attività farmacologica e successivamente valutati su un pannello di linee cellulari rappresentative di differenti tumori solidi (polmone, colon, mammella e ovaio), dimostrando un'interessante attività anche in associazione a farmaci antineoplastici di comune uso clinico, quale il cisplatino"."Per l'Università Cattolica, il brevetto è stato conferito in gestione alla società Molipharma s.r.l, spin-off universitario della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo, creato con l'obiettivo di valorizzare le competenze e le conoscenze presenti all'interno degli Istituti universitari. Il composto individuato rappresenta un capostipite per l'individuazione di molecole di potenziale sviluppo clinico per approcci terapeutici personalizzati in campo oncologico", conclude Scambia.