Milano, 23 ago. (AdnKronos) - La fuga dei fondi internazionali dai Btp e dai titoli di debito italiani dipende dall'attuale reputazione dell'Italia come debitore. Gli annunci da parte di esponenti del governo e della maggioranza "di voler effettuare nuove spese senza un'adeguata copertura sul lato delle entrate o dei tagli di spesa hanno deteriorato la reputazione dell'Italia come grande debitore. Se l'Italia chiede nuovo credito, questo preoccupa e chi possiede il nostro debito se ne disfa". E' quanto afferma Andrea Monticini, professore di Econometria alla Facoltà di Scienze bancarie e assicurative dell'Università Cattolica di Milano, contattato dall'Adnkronos.In questo momento, spiega Monticini, l'Italia è "un debitore che chiede nuovo credito e fa di tutto per non essere credibile nel ripagamento del vecchio debito. E' una questione di reputazione". Una situazione che rischia di continuare "fino a quando non ci saranno degli annunci o degli atti credibili di proseguimento nell'azione di risanamento dei conti pubblici" da parte del governo. Entro fine settembre dovrà essere presentato il Def e "quello sarà il primo passaggio fondamentale per capire cosa hanno in mente il governo e la maggioranza per i conti pubblici italiani". E la situazione potrebbe inasprirsi con la fine del Quantitative easing della Bce. "Una fetta di Btp fino a oggi venivano acquistati indipendentemente dalla reputazione dell'Italia come debitore. Nel momento in cui questo programma cessa, è chiaro che manca un acquirente certo del nostro debito pubblico", continua l'economista.