Roma, 21 mar. (AdnKronos Salute) - L'Italia è in cima alla graduatoria Ue per i più alti tassi di incidenza dei tumori della tiroide: 15 mila nuovi casi stimati nel 2017 (+74% nelle donne e +90% negli uomini tra il 1998 e il 2012). Dati che allarmano gli esperti, preoccupati per la quota di sovradiagnosi - cioè quei tumori identificati a seguito di intensi accertamenti ma che non avrebbero comunque causato sintomi o decessi - pari a circa il 70% (75% nelle donne e 63% negli uomini). Un fenomeno che fa ingrossare il fiume di esami inutili nel Ssn. È quanto emerge da uno studio coordinato dal Centro di riferimento Oncologico (Cro) di Aviano, in collaborazione con l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione e l’Associazione Italiana dei Registri Tumori (Airtum) pubblicato dalla rivista 'European Journal of Cancer'.I risultati dello studio suggeriscono la necessità di "rivedere le pratiche correnti sconsigliando quelle di screening per tumore della tiroide a persone che non mostrano sintomi". In Italia sono emerse "grandi differenze di incidenza tra le aree coperte dai Registri tumori - precisa Luigino Dal Maso, epidemiologo del Cro di Aviano e coordinatore dello studio - differenze presenti in entrambi i sessi e in aumento nell’ultimo decennio. Dei 9.000 nuovi casi diagnosticati in media ogni anno dal 1998 al 2012 in Italia, la sovradiagnosi è la spiegazione più probabile per circa 6.600 di essi". D’altro canto, la mortalità dopo una diagnosi di questo tumore è molto bassa (meno di un decesso per anno ogni 100 mila residenti) a fronte di 28 casi ogni 100 mila donne e 10 ogni 100 mila uomini. "L’aumento significativo di sovradiagnosi e sovratrattamenti per i tumori della tiroide - evidenzia Salvatore Vaccarella, epidemiologo all’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione - rappresenta una preoccupazione per i sistemi sanitari, in Italia come in molti Paesi ad alto reddito. Segnali dello stesso tipo di andamento cominciano ad emergere anche in alcuni Paesi a reddito medio-basso. Al fine di evitare ai pazienti sovradiagnosi e trattamenti non necessari, è di vitale importanza valutare quali siano i migliori approcci per affrontare" il fenomeno.