Palermo, 20 feb. (AdnKronos) - Condanne per oltre 120 anni di carcere nei confronti di sette migranti sono state emesse oggi pomeriggio dalla Corte d'Assise di Palermo per il naufragio che nell'aprile del 2015 era costata la vita ad almeno 12 persone che erano state gettate in acqua dal gommone nel Mare Mediterraneo. Altri otto imputati sono stati assolti. I giudici hanno escluso l'aggravante per odio religioso che la Procura aveva contestato agli imputati. Sei degli imputati sono stati condannati a 18 anni l'uno e uno a quattro anni di carcere. Furono i superstiti a raccontare agli investigatori che le dodici vittime erano state gettate in acqua perché cristiani e non musulmani. Gli imputati sono di nazionalità ivoriana, malese e senegalese, ed erano accusati di omicidio plurimo, aggravato dall'odio religioso. Le indagini della Squadra Mobile palermitana erano cominciate dopo le testimonianze di una decina di naufraghi nigeriani e ghanesi, sbarcati al porto di Palermo, a bordo della nave 'Ellensborg'. I testimoni, piangendo, avevano raccontato di essere superstiti di uno scontro religioso scaturito dall'odio di un gruppo di musulmani verso i cristiani. I migranti avevano raccontato di essersi imbarcati il 14 aprile su un gommone, partito dalle coste libiche con 105 persone, in prevalenza senegalesi ed ivoriani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di passeggeri, di nazionalità ivoriana, senegalese, maliana e della Guinea Bissau. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all'azione gettando in acqua dodici tra nigeriani e ghanesi. Oggi la sentenza. L'accusa, che aveva chiesto l'ergastolo. era rappresentata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri.