Milano: Greco a capo Procura, lotta ai paradisi fiscali/Scheda

cronaca
AdnKronos
Milano, 30 mag. - (AdnKronos) - Corruzione sì ma soprattutto attenzione all'evasione fiscale, al riciclaggio, all'autoriclaggio e ai patrimoni che abbandonano i confini nazionali. "Per i prossimi cinque, se non addirittura dieci anni, l'attenzione delle procure, in particolare quella di Milano, deve essere incentrata all'attività di contrasto ai paradisi fiscali". E' con questa 'bandiera' che Francesco Greco 'prende in mano' da capo la procura che, nel bene e nel male, da circa un trentennio è la più importante d'Italia, quella che ha fatto scuola in diversi fenomeni, dalla corruzione al terrorismo internazionale, dai reati finanziari allo stragismo. La procura dove lavora da 39 anni. Classe 1951, figlio di un ammiraglio, Francesco Greco è entrato in magistratura nel 1977. Dopo aver fatto l'uditore a Roma, arriva a Milano. Di lui si comincia a parlare negli anni '80 quando chiede l'arresto per l'allora segretario del Psdi Piero Longo, per avere intascato una bustarella. Pochi anni dopo entra a far parte del pool Mani Pulite, ma non subito. Il suo contributo si rende necessario al pool di colleghi quando, dopo una serie infinita di episodi di mazzette costata il carcere a politici e imprenditori, le inchieste arrivano ai vertici di veri e propri colossi industriali. Sono gli anni della maxi tangente Enimont, delle indagini e del suicidio di Raul Gardini, del processo Cusani. La preparazione di Greco sui fronti finanziari emerge in quel momento. A differenza di altri colleghi non ama così tanto l'uso delle manette quanto svelare gli intrecci economici e arrivare al 'bottino'. Non fa il 'poliziotto cattivo' e in qualche modo anche i suoi indagati gli riconoscono meriti in termini di preparazione e lungimiranza.

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