Palermo, 26 mag. (AdnKronos) - Per giungere dalle coste del Nord Africa all'Italia ogni migrante era costretto a pagare tra i 300 e i mille euro. Denaro versato a trafficanti senza scrupoli per imbarcarsi in carrette riempite all'inverosimile, dove la possibilità di morire era più che un rischio. E' uno dei retroscena dell'indagine della Squadra mobile di Palermo e del Gico del nucleo di Polizia tributaria e della stazione navale delle Fiamme gialle del capoluogo siciliano, che oggi hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 17 presunti scafisti dopo lo sbarco ieri da nave "Dattilo" della Guardia costiera di 1052 migranti soccorsi in acque internazionali. I fermati provengono dal Gambia, dal Senegal, dalla Costa d’Avorio, del Ghana, della Guinea e della Sierra Leone. Tutti sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e ingresso illegale nel territorio dello Stato. "Le indagini proseguono per verificare la loro eventuale appartenenza a una più ampia e violenta struttura organizzativa criminale, dedita al traffico di esseri umani" spiegano gli investigatori. Intanto dalle indagini è emerso "un tragico spaccato di prevaricazioni e sofferenze patite dai migranti". Soprattutto nelle fasi preparatorie del viaggio per raggiungere le coste italiane: dalla segregazione sotto vigilanza armata all’interno di alcuni casolari nell’entroterra di Sabrata, a circa due miglia dalle spiagge, fino al trasbordo sui gommoni utilizzati per la traversata, in condizioni precarie essendo gli occupanti dei gommoni ammassati uno sull’altro. Tutti i fermati in attesa della convalida del fermo da parte del gip, sono stati condotti al carcere Pagliarelli.