(AdnKronos) - (Adnkronos) - Partendo dall’immagine del soggetto che si era recato in banca, gli investigatori sono arrivati alle identità di entrambi, le cui foto sono state riconosciute da tutti i commercianti vittime del reato. Gli accertamenti hanno così permesso di portare alla luce almeno 8 distinti episodi che hanno interessato bar, edicole, e vari piccoli negozi tra Calalzo, Tai, Pieve e, appunto, Domegge di Cadore.Secondo i Carabinieri è assai probabile che gli episodi siano stati anche di più. Nello stesso mese di novembre, infatti, la presenza dell’auto in uso ai due truffatori è stata registrata dalle telecamere sparse sul territorio anche in giorni nei quali non erano state segnalate truffe dai commercianti della zona, con una frequenza che non poteva essere riconducibile solamente a dei semplici sopralluoghi da parte dei criminali. La difficoltà maggiore in questi casi è rappresentata proprio dalla reticenza delle vittime del reato a denunciare tempestivamente la truffa (danno economico limitato, raggiro non riuscito, vergogna), circostanze che lasciano ragionevolmente pensare che la reale dimensione del fenomeno fosse più ampia di quanto emerso.In tal senso, è stato recentemente notificato ad entrambi il divieto di ritorno nei Comuni del Cadore per i prossimi tre anni, al fine di evitare che ai due soggetti possa venire in mente di creare ulteriori problemi ai piedi delle dolomiti. Presto dovranno comunque rispondere all’Autorità Giudiziaria di Belluno di concorso in truffa e tentata truffa continuata.