(AdnKronos) - (Adnkronos) - In attesa che l’Unione europea adotti un nuovo piano salva-latte, che sarà discusso i prossimi 27-28 giugno, nel corso del Consiglio dei ministri agricoli dell’Ue - l’ultimo sotto la presidenza olandese – lo scenario mondiale indica un ulteriore aumento di produzione.Rispetto all’anno precedente, infatti, le produzioni dei principali Paesi esportatori (Ue-28, Bielorussia, Usa, Nuova Zelanda, Australia, Bielorussia, Ucraina, Argentina, Cile, Uruguay, Turchia) nel periodo gennaio-aprile 2016 sono aumentate del 3,7 per cento su base tendenziale, toccando una produzione di 27.580 milioni di tonnellate nel solo mese di marzo.Spostando l’attenzione sull’Europa, nel mese di marzo tutti i paesi dell’Ue-28, tranne Portogallo e Croazia, hanno messo a segno un aumento produttivo rispetto al marzo 2015, ultimo mese di applicazione del regime di quote latte e prima dell’esplosione delle produzioni comunitarie. A registrare le maggiori performance produttive in termini quantitativi sono stati l’Irlanda (+32,77%, tanto che non stupisce che Ornua, la cooperativa più importante del Paese, con 14.000 allevatori conferenti e un fatturato di 1,8 miliardi di euro, abbia dichiarato di voler aumentare la produzione del 50% entro il 2020, per toccare i 7,4 miliardi di litri), seguita da Belgio (21,29%), Olanda (17,90%), Danimarca (8,77%), Germania (+6,90%), Francia (+1,81 per cento). I dati italiani (gli unici ancora in attesa di conferma ufficiale) segnalano un incremento produttivo del 4,30% nel marzo 2016 su base tendenziale.