Roma, 23 mag. (AdnKronos) - "Le manifestazioni e le assemblee dei lavoratori di Poste Italiane su tutto il territorio nazionale dimostrano che restano criticità nel piano industriale, nonostante l’apprezzabile ridimensionamento rispetto al progetto originario da parte dell’ad Francesco Caio". Ad affermarlo in una nota è il segretario confederale dell’Ugl, Ermenegildo Rossi, spiegando che "la chiusura di numerosi uffici postali mette a rischio la garanzia del servizio universale e, soprattutto, provoca esuberi che destano preoccupazioni nella prospettiva della privatizzazione, nonostante l’intenzione di gestirli dentro il perimetro aziendale mediante ricollocazione professionale del personale". E’ infatti evidente, sottolinea Rossi, "che le garanzie fornite dall’attuale management potrebbero non essere più tali nel momento in cui ci saranno cambiamenti nella proprietà di Poste Italiane, anche alla luce delle norme del Jobs Act, che ha purtroppo precarizzato ulteriormente il mondo del lavoro".Proprio il governo, aggiunge il sindacalista, "è il grande assente nella vertenza di Poste Italiane: il ministero dell’Economia e delle Finanze, attuale azionista di maggioranza, non ha partecipato attivamente ai tavoli di confronto, lasciando un vuoto che pesa nell’attuale situazione di incertezza percepita dai dipendenti di Poste Italiane".