Roma, 11 mag. (AdnKronos) - La vertenza aperta nei confronti di Eni non si ferma. Venerdì, infatti, i lavoratori del gruppo petrolifero italiano incrocieranno le braccia per 8 ore a difesa del futuro della chimica italiana e per il rilancio delle attività industriali del 'cane a sei zampe' in Italia. Quello che si delinea, sottolineano in una nota i segretari generali di Filctem-Cgil Emilio Miceli, di Femca-Cisl Angelo Colombini e di Ulitec-Uil Paolo Pirani che hanno indetto lo sciopero e la manifestazione a Roma, "è un piano di alleggerimento di Eni: dopo Saipem, Versalis e il comparto retail di Gas&Power. E' dunque il ridisegno del Gruppo energetico il vero tema al centro della mobilitazione di questi mesi e del prossimo sciopero del 13 maggio". Al contrario, sottolineano i sindacalisti, "il nostro ruolo è quello di richiamare Eni ad un comportamento responsabile, ad attuare gli investimenti previsti dal piano, al suo ruolo di attore fondamentale dell'industria italiana per lo sviluppo del Paese. Siamo quindi contrari ad una operazione avventurosa e rischiosa come quella che vedrebbe la chimica italiana in mano ad un fondo americano, SK Capital, che noi consideriamo un interlocutore non credibile, sia finanziariamente che per capacità industriali". Per i sindacalisti, "sarebbe un autogol per l'industria e un colpo mortale alla manifattura italiana: è bene che Eni interrompa subito la trattativa. Per questo, abbiamo chiesto lo scorso 5 maggio un nuovo incontro al Governo al fine di poter esporre le nostre ragioni e le nostre proposte, che non sono altre che quelle dei lavoratori e di numerosi cittadini italiani", concludono i segretari.