Incendio sulla Moby Massimo M.
Spente le fiamme, attracco difficoltoso

di Davide Mosca

OLBIA. I mezzi dei vigili del fuoco riempiono il piazzale del molo Cocciani, le sirene sono accese, i vigili corrono da una parte all'altra e indossano tute ignifughe con bomboloni per l'ossigeno e maschere antigas.  L'allerta è estrema. No, questa non è un'esercitazione, è un vero intervento di soccorso. Tutti i dispositivi di sicurezza sono stati attivati per accogliere la nave Cargo della Moby Massimo M. che, nella mattinata, a largo di Capo Figari, aveva lanciato la richiesta d'aiuto per un incendio a bordo. Le fiamme erano state domate con immediatezza, ma per motivi di sicurezza l'imbarcazione era stata trainata a motori spenti, dal rimorchiatore Alessandro Onorato fino alla banchina del molo. A bordo erano presenti 28 persone dell'equipaggio, un camper e camion adibiti al trasporto merci. 


Il forte vento di scirocco ha reso le operazioni di attracco difficoltose e non sono mancati gli attimi di tensione tra gli ormeggiatori. Quando, infatti, la nave sembrava quasi ormeggiata, una cima si è rotta e il traghetto, ha ripreso il largo. Vedere quel bestione in mezzo al mare, senza un apparente controllo, ha preoccupato non poco il gruppo degli ormeggiatori che, in questi casi, sono i diretti responsabili e oltre, a metterci la faccia, rischiano anche la pelle in incidenti come questi. Al secondo tentativo, verso le 15.30, la Moby ha attraccato in porto, grazie al rimorchiatore, una formica rispetto al gigante del mare, che, su un lato, era lì, a spingere la nave sulla banchina. A quel punto, sono intervenuti i vigili del fuoco che, con le scale dei camion in dotazione, sono saliti a bordo, con bombole d'ossigeno sulle spalle e maschere antigas indossate e hanno compiuto le bonifiche necessarie per poi consentire agli ispettori di fare le prime perizie.


Non è stato possibile, da subito, scaricare le merci, in quanto c'è stato qualche problema nel riavvio dei motori e del gruppo che consente di aprire il portellone. In questi situazioni, infatti, sono necessarie tutte le cautele, poiché può succedere, come è già in qualche caso capitato,  che il riavvio dei motori provochi il riaccendersi delle fiamme. "Le fiamme a bordo sono la cosa più pericolosa che possa succedere a bordo di una nave", aveva dichiarato in mattinata il comandante della direzione marittima di Olbia, Nunzio Martello presente poi nel pomeriggio al molo per coordinare le operazioni. Tutti i dispositivi di sicurezza hanno funzionato alla perfezione e gli interventi sono state monitorati e guidati dalla sala operativa della Capitaneria di porto. I responsabili della Moby hanno comunicato che il danno, sia strutturale che di riparazioni, secondo le prime perizie, non dovrebbe essere eccessivo; hanno chiesto,  invece, scusa per il disagio e il ritardo creato ai clienti che dovevano sbarcare i rimorchi e a quelli che li dovevano imbarcare.


© Riproduzione non consentita senza l'autorizzazione della redazione

Leggi anche