Turismo e incertezza per il futuro, dall'intelligenza artificiale la possibile soluzione?

martedì 25 ottobre 2022
Il secondo degli appuntamenti di Sardinia Tourism Call2Action in programma in aeroporto a Olbia il 26 ottobre, sarà l'occasione per parlarne e incontrare Mirko Lalli, fondatore e Ceo di The Data Appeal Company, tra i massimi esperti di analisi dei dati e delle relative potenzialità.
OLBIA. Scorrono come infiniti rivoli d'acqua. Spinti a velocità supersonica dalle tecnologie 5g e fibra ottica di trasmissione. Milioni di informazioni che dalla vita reale si riversano in quella virtuale. Sono i cosiddetti Big Data, un mare di numeri e dati dietro ai quali ci sono persone e comportamenti,  che da anni utilizzano i governi di tutto il mondo per la Sicurezza Nazionale attraverso i propri servizi di intelligence e reparti specializzati che se ne occupano, ma non solo.  Perché da qualche tempo a questa parte aziende, mondo finanziario ed economico se ne servono per capire dove e come investire. L'enorme potenzialità di software e piattaforme di aggregazione dati motorizzati da intelligenza artificiale e machine learning, grazie alla semplicità di utilizzo, è oggi alla portata anche dei principali attori del mondo del turismo, istituzioni locali, albergatori, strutture ricettive, ristoratori, organizzatori di eventi che possono prevedere comportamenti, preferenze e gusti dei turisti, valutare la qualità dei servizi e di conseguenza pianificare le stagioni turistiche. La delicata situazione geopolitica internazionale con la guerra in corso preoccupa non poco gli attori del settore turistico che oggi vive in un clima di incertezza senza precedenti, eppure l'acquisizione e la giusta lettura di dati in tempo reale potrà fare la differenza. Ma come farlo?. A spiegarlo sarà Mirko Lalli, fondatore dell'azienda leader del mercato di riferimento "The Data Appeal Company", il 26 ottobre prossimo in aeroporto a Olbia per la serie di incontri organizzati dalla società aeroportuale Geasar nell'ambito dell'iniziativa denominata Sardinia Tourism Call2Action. Un'occasione di conoscenza per non perdere un'opportunità a disposizione.

Come sarà articolato l'incontro del 26 in aeroporto a Olbia?
«Una prima parte della presentazione sarà dedicata alle "Destinazioni turistiche" - ha spiegato il CEO di The Data Appeal - , su come debbano cominciare non solo un processo tecnologico, ma anche culturale per diventare Data-Driven Destination che consentirà di prendere decisioni basate su fatti oggettivi e non su sensazioni personali. Nella seconda parte, invece, analizzeremo nello specifico i dati sulla Sardegna».

Cos'è Data Appeal e di cosa di occupa?

«Noi siamo una Scale Up e ci occupiamo di dati dal 2014, il nostro team è composto da 42 persone e i due terzi della società è composta da Data Scientist e sviluppatori. Siamo l'unica società in Europa a raccogliere tre categorie di dati. Dati di location, ovvero tutti i punti di interesse delle mappe online, dati di percezione quindi il sentiment e la reputazione, tutta la comunicazione online, i feedback e le recensioni degli utenti. Ovvero tutte quelle informazioni che fanno capire qual è la percezione delle persone e dati di mercato, tipo gli aerei, il meteo, le tariffe degli hotel e poi i dati di mobilità delle compagnie telefoniche, i dati dello spending delle carte di credito. Insomma tutte quelle informazioni che in qualche modo mettono in correlazione le altre due dimensioni e fanno capire le dinamiche del mercato. C'è un prodotto specifico, molto semplice, una dashboard, ovvero un cruscotto online che forniamo alle DMO (Destination Management Organization) e che permette alle destinazioni turistiche di analizzare  questi dati e capire quali sono le dinamiche del settore, sia in termini quantitativi che qualitativi».

Come funziona praticamente la dashboard di Data Appeal?
«Noi partiamo dalle mappe online e da tutte le informazioni presenti in rete, provenienti da oltre 130 fonti, non solo da Google. Raccogliamo tutti i punti di interesse, li riconciliamo tra loro e ricreiamo la nostra anagrafica di destinazioni che abbraccia tutto il mondo. Poi c'è un ulteriore step, ovvero quello di raccogliere tutta la comunicazione che un singolo canale di comunicazione produce, su Google maps, sui canali social, sui siti web, cioè tutto ciò che il territorio attraverso i suoi punti di interesse produce e tutto quello che gli altri raccontano sul territorio attraverso i feedback, quindi le recensioni su centinaia di canali differenti Booking, Tripadvisor Foursquare, Expedia o Google Map.  Aggreghiamo tutti i dati disponibili e li analizziamo con un sistema di intelligenza artificiale per estrapolare le informazioni utili, piuttosto che il dato grezzo. Per esempio per gli hotel siamo in grado di organizzare i contenuti in cluster, ossia per argomento, e capire la percezione dell'atmosfera, del cibo, del personale delle camere, della colazione. Quindi andiamo molto nel dettaglio in modo tale che sia la singola struttura che ne ha bisogno sia il  territorio/destinazione possa capire ad esempio qual è la percezione degli hotel quattro stelle  di Olbia e agire di conseguenza».

E' una vera e propria rivoluzione dell'approccio?
«E' una questione culturale. La nostra società nasce per democratizzare e semplificare l'uso dei dati. Democratizzare vuol dire che devono costare poco e semplificare vuol dire che non bisogna essere dei data scientist per utilizzare queste informazioni.  Ci vuole  uno scatto culturale  per prendere consapevolezza sia di quello che si può fare sia delle potenzialità che si stanno perdendo non facendolo».

Questo è il presente delle tecnologie a nostra disposizione. Ma dal futuro cosa ci dobbiamo aspettare?
«L'idea è quella di continuare ad usare l'intelligenza artificiale - ha concluso Mirko Lalli -  per trasformare i dati in azioni concrete. Quindi non solo dare delle informazioni alle destinazioni, ma consigliarle sulle azioni che devono intraprendere. Per fare questo c'è bisogno di ulteriori dati e anche continuare il processo che abbiamo già iniziato con alcuni indicatori proprietari come il Destination Sustainability Index, un indicatore proprietario di alto livello che permette di misurare in maniera semplice un fenomeno complesso come la sostenibilità. Normalmente infatti questo tipo di analisi viene fatta in maniera manuale come una sorta di certificazione, non esistono indici che calcolano il dato in modo automatico. Poi ci sarà anche  l'Inclusivity Index per misurare come la destinazione si pone rispetto ai temi dell'inclusività - ad esempio il turismo Lgbtq - e così via. Per questo abbiamo bisogno di creare degli algoritmi proprietari  appositi, usando machine learning e deep learning che vadano ad analizzare centinaia di dati e creino dei proxy per capire come vadano a interferire  sulla dimensione principale che oggi è impossibile da misurare. Ecco questa è la direzione giusta: avere degli indicatori che semplifichino ancora di più la comprensione del territorio e riuscire, grazie all'intelligenza artificiale, ad avere non solo le informazioni, ma anche le azioni da mettere in campo. Non è lontano come obiettivo, è una cosa che stiamo già sperimentando».

Per poter prendere parte all'incontro, in programma in aeroporto a Olbia la mattina del 26 ottobre, sarà necessario registrarsi al seguente link dove è possibile trovare anche tutte le informazioni specifiche dell'evento.
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