Rinnovo delle concessioni demaniali, Del Giudice (Sib): "Si applichi la legge nazionale"

giovedì 4 febbraio 2021
Secondo i balneari la sentenza della Corte Costituzionale avrebbe rafforzato la loro posizione. Ecco le parole del presidente del sindacato dei balneari sardi, Claudio Del Giudice.
OLBIA. Il presidente del sindacato italiano dei balneari sardi, Claudio Del Giudice, interviene sulla sentenza della Corte Costituzionale sull'estensione delle concessioni demaniali. Nello specifico Del Giudice evidenzia come i gli alti magistrati abbiano evidenziato ancora una volta la competenzsa statale della materia. Per questo, secondo i balneari, sono incomprensibili le motivazioni che muovono ancluni dirigenti comunali nel negare l'applicazione della "vigente normativa nazionale". Ecco le parole di Del Giudice, contenute all'interno di un comunicato che pubblichiamo nella sua forma integrale.

"Leggiamo sui quotidiani odierni che la recente e autorevole sentenza della Corte Costituzionale n. 10/2021 sarebbe letta con soddisfazione dai (pochi) dirigenti comunali che, prendendo una direzione contraria alla maggior parte dei colleghi sardi, ancora non hanno provveduto in Sardegna all'applicazione delle vigenti normative nazionali che prevedono l'estensione di validità dei titoli concessori demaniali al 2033.

Allo stesso tempo, la medesima sentenza viene invece letta con grande soddisfazione dal Presidente Nazionale del S.I.B. (Sindacato Italiano Balneari) avv. Tonino Capacchione e dal Presidente Regionale S.I.B Sardegna Claudio Del Giudice:
"Con la citata sentenza in materia demaniale la Corte Costituzionale non fa altro che ribadire il proprio costante orientamento che attribuisce allo stato nazionale la competenza a disciplinare la materia. Non contesta la legge 145/2018 che prevede l'estensione della validità dei titoli concessori al 2033, ma anzi proprio sulla stessa fonda la dichiarazione della illegittimità della legge calabrese. Osserva la Corte che "la circostanza, rilevata dalla difesa regionale ( reg. Calabria), che la stessa disciplina statale più recente abbia previsto, nelle more della revisione del sistema delle concessioni marittime da parte di un d.P.C.m., il prolungamento della durata delle concessioni esistenti al 30 dicembre 2018 per quindici anni dalla data di entrata in vigore della legge n. 145 del 2018, non può d'altra parte legittimare le Regioni a dettare discipline che ad essa si sovrappongano". Ossia: la legge nazionale 145/2018, prodromica al riordino normativo del demanio, è quella che attualmente si applica e regola il settore e la regione (e a maggior ragione i comuni), non possono statuire diversamente.
Questa sentenza della Corte Costituzionale va letta in combinato disposto con l'altra recente e nota sentenza, la n. 1321 del 27 nov- 2020 del Tar lecce, dove con grande lucidità e logica stringente il presidente Pasca chiarisce il ruolo, l'ambito discrezionale e le responsabilità del Dirigente comunale: in nessun caso spetta alla pubblica amministrazione disapplicare una norma vigente dello stato italiano, ancorché da essa ritenuta in eventuale contrasto con una direttiva europea (salvo il caso di Regolamenti Europei o Direttive Europee self executing – ma non è il nostro caso, come statuisce la stessa giurisprudenza della Corte Europea).

Infatti afferma il Tar Lecce «risulterebbe del tutto illogico ritenere che il potere di disapplicazione della legge nazionale, attribuito prudentemente al Giudice dell'ordinamento interno e dall'ordinamento euro-unionale e supportato all'uopo dalla specifica attribuzione di poteri ad esso funzionali e prodromici, si ritenesse viceversa sic et simpliciter attribuito in via automatica e addirittura vincolata al dirigente comunale che non dispone della possibilità di ricorrere all'ausilio di tale facoltà». Per capirci, sarebbe come dire che un delicato intervento chirurgico al cervello (la disapplicazione di una legge nazionale vigente), che può fare solo il neurochirurgo in apposita clinica specialistica attrezzata, venga fatta anche dal medico di base nel suo ambulatorio!

Per uscire dai tecnicismi e dalle metafore, nonostante la materia demaniale sia complessa e necessiti di un riordino nazionale, nonostante si succedano sentenze a volte contraddittorie ma sempre più numerose a favore dei balneari nel solco sopra tracciato, ci sentiamo di affermare che in questo momento storico per un dirigente pubblico applicare la legge nazionale vigente sia la strada più lineare e sicura, a tutela delle imprese ma anche a propria tutela, come dimostrato dal fatto che la maggioranza dei dirigenti dei comuni sardi abbiano proceduto in tale direzione e parimenti stanno facendo i dirigenti regionali: i motivi per i quali alcuni dirigenti abbiano scelto una strada opposta e più tortuosa ci appaiono tuttora di difficile comprensione."

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