Promozione dei piatti tipici sardi e galluresi nelle scuole obiesi

(foto: Antonello Franzil)
lunedì 27 marzo 2017
OLBIA. Il Comune di Olbia, in collaborazione con la Cooperativa Solaria, ha previsto nelle scuole materne ed elementari della città, diverse giornate per promuovere le prelibatezze culinarie della nostra tradizione. La prima giornata sarà quella di giovedì 30 Marzo: tutti gli studenti del tempo pieno e tutti quelli che hanno il rientro il giovedì, potranno gustare la zuppa gallurese come primo piatto.

«Proporre nelle mense scolastiche i piatti della nostra tradizione significa fare conoscere a tutti gli studenti un aspetto tipico e sentito della nostra identità. –afferma l'Assessore alla Cultura Sabrina Serra - Si tratta di un'iniziativa importante per una comunità come la nostra, che cresce di anno in anno ed include sempre nuove famiglie di provenienze diverse. È un'operazione culturale che abbiamo voluto prevedere nel bando per l'affidamento del servizio perché vogliamo che anche il momento della pausa pranzo possa essere un'occasione, oltre che conviviale, di crescita. È un modo per fare riflettere i ragazzi sulle ricchezze che offre il nostro territorio.
Andremo avanti in questa direzione con altri progetti, perché  vogliamo che tutto quanto riguarda la nostra scuola e i nostri giovani sia orientato alla conoscenza e alla consapevolezza».

    Qualche curiosità sulla zuppa gallurese denominata "suppa cuata" (letteralmente zuppa nascosta): il piatto risalirebbe alla Gallura di fine ‘700.
La particolarità di questo cibo è che, mentre tutti i piatti nati dal recupero e dalla miseria sono nel tempo rimasti tali, la Suppa si è trasformata in un piatto ricco, da grandi eventi sociali e non più della quotidianità.
C'è chi afferma che l'aggettivo "cuata" derivi dal fatto che all'interno della pietanza, nel fondo del recipiente di cottura, si nascondessero i pezzi della carne con cui si condiva il brodo, uno dei suoi ingredienti principali. Nascosta era quindi la sua parte migliore, la più ambita.
Trattandosi di un piatto di recupero, la ricetta della zuppa gallurese è molto semplice: è a base di pane raffermo, formaggio e brodo di carne. Non esiste solo la versione che conosciamo qui, ma spostandosi di pochi chilometri, vengono apportate variazioni che, pur non stravolgendo la ricetta base, conferiscono caratteristiche facili da cogliere al primo assaggio. A Tempio il fondo della teglia veniva foderato di fettine sottili di lardo, ad Aggius nella Suppa Cuata dei matrimoni viene aggiunto, appena sfornata, un "ghisaddu" di carne di vitello in rosso per arricchirla, a Bortigiadas si usa il finocchietto selvatico come nella vicina Anglona.

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