"Ecco gli italiani che svendono la civiltà nuragica a Londra"
martedì 30 giugno 2015
Pili: "Nell'elenco dei responsabili dell'asta il figlio del potente ex soprintendente di Roma e il figlio dell'ex tesoriere del PCI"
OLBIA. "Civiltà nuragica svenduta a Londra da una società tutta italiana. I bronzetti nuragici messi all'asta a Londra da una società fatta tutta da italiani, tra cui il figlio di un potente ex soprintendente del ministero dei Beni Culturali e il figlio di uno dei potenti tesorieri del Pci all'epoca di Berlinguer e D'Alema, citato nelle stesse carte dell'affare Telecom Serbia. E poi il nome della collezione, Ex Farid Ziade - Jdeidet Ghazir, Libano - riconducibile a quel signore a cui la procura libanese aveva messo sottosopra la propria abitazione sequestrandogli ben 300 reperti di varia provenienza e natura. La vendita dei bronzetti nuragici a Londra riserva molte complicità e tanti silenzi. Il Ministero dei Beni Culturali per primo: un silenzio assordante di un'istituzione che sarebbe dovuta intervenire con immediatezza per bloccare quell'asta che domani alle 15.30 si celebrerà a Londra. Un'asta che proporrà bronzetti nuragici di inestimabile valore, svenduti al miglior offerente proprio per la provenienza poco chiara. Si tratta di un'asta per la quale esistono tutti i presupposti per un intervento immediato del ministero dei Beni Culturali perchè appare davvero singolare che questo patrimonio venga venduto a Londra da personaggi italiani, legati ad un ambiente particolare del ministero e delle forze politiche".
La denuncia è del deputato di Unidos Mauro Pili che ha presentato una nuova interrogazione al Ministro dei beni culturali perché intervenga immediatamente per bloccare questa scandalosa vicenda e che avrà domani pomeriggio l'apice nella casa d'aste di Londra.
"E' tutto davvero gravissimo e qualsiasi Stato degno di questo definizione avrebbe fatto di tutto per bloccare l'operazione. Se non ci sarà l'intervento dei ministeri Esteri e Beni Culturali sarebbe confermata la complicità e la copertura del ministero su questo scandalo delle aste, con reperti appartenenti alla grande civiltà nuragica della Sardegna. E' vergognoso il silenzio della regione Sarda – ha detto Pili. Una giunta regionale incapace di qualsiasi gesto autorevole in grado di fermare questa vergognosa svendita della civiltà nuragica. Siamo dinanzi ad uno scandalo tutto italiano, contro la civiltà nuragica della Sardegna. Ti aspetti che siano inglesi e invece ti ritrovi con tutti personaggi italiani. C'è da domandarsi chi siano, cosa facciano e soprattutto se hanno legami con le istituzioni statali. E soprattutto c'è da chiedersi per quale motivo l'asta non l'hanno fatta in Italia. C'è da domandarsi dove abbiano reperito quei beni archeologici della Sardegna. E chi ne fosse il detentore. Su quest'ultimo signore, uomo d'affari libanese, c'è un precedente inquietante. Nel 1999 in Libano ci fu una retata della polizia per rintracciare centinaia di antichità mancanti. Il magistrato libanese Khaled Hammoud, che guidò le operazioni, dopo aver ispezionato numerose ville in Ghazir, Kesrouan, circa 300 reperti erano stati prelevati dalla casa di un uomo d'affari, Farid Ziade. I pezzi sequestrati – secondo quanto riporta http://www.dailystar.com.lb/News/Lebanon-News/1999/Mar-16/13176-police-swoop-on-stolen-treasures.ashx - risalgono tutti al periodo romano e sono descritti nel rapporto della procura libanese come rari e costosi. La villa Ghazir fu sigillata con cera e tutti i pezzi confiscati e inviati alla Direzione Generale delle Antichità (DGA)".
"Per quale motivo il Ministero, le ambasciate stanno continuando a stare in silenzio su questa vicenda? Ci sono complicità con questo sistema delle aste? Tra i nomi degli autori, consulenti ed esperti a sostegno dell'asta sono citati nomi facilmente riconducibili ad ambienti esclusivi del mondo istituzionale e politico. Non sfugge il nome di Tommaso Strinati, figlio di Claudio Strinati, già potente Soprintendente ai beni storici e artistici di Roma o Filippo Marini Recchia, figlio di Vincenzo Marini Recchia già noto alle cronache politiche per essere stato il tesoriere del Pci ai tempi d'oro di Berlinguer e D'Alema. Il Ministero sta coprendo questo sistema? Sta avvallando questa vergognosa complicità italiana nella svendita della civiltà nuragica? Tutti questi ulteriori elementi - conclude Pili -saranno trasmessi alle Procure di Cagliari e Roma perché accerti cosa realmente sta accadendo su questa vicenda di traffico di reperti e svendite all'asta a Londra promossa e realizzata da italiani".
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