Maxi evasione vendita Costa Smeralda Tribunale ordina dissequestro beni

(foto: foto archivio internet)
mercoledì 25 marzo 2015
Il tribunale del riesame di Tempio Pausania ha ordinato il dissequestro dei beni un merito all'inchiesta della procura sulla compravendita della Costa Smeralda.

OLBIA. La notizia aveva fatto clamore. Un maxi sequestro su una evasione pari a 133 milioni di euro nella compravendita della Costa Smeralda e sequestro di beni da parte della procura di Tempio pari a tredici milioni di euro. Ma il tribunale del riesame ha accolto il ricorso dell'avvocato Agostinangelo Marras e ha disposto il dissequestro dei beni. Nell'ordinanza di dissequestro sono riportate le motivazioni:  "oltre che inverosimile data l'importanza dell'operazione a livello internazionale - si legge nelle otto pagine dell'ordinanza di revoca del sequestro - si appalesa del tutto sfornita di prove e finanche contraddetta dalla documentazione contenuta nel fascicolo del Pm".  Per il collegio del Riesame presieduto da Gemma Cucca, all'interno della tesi accusatoria "manca del tutto la dimostrazione dei relativi elementi fattuali a supporto", in quanto il ruolo dell'avvocato Morri, che all'epoca si occupò della compravendita, "si caratterizza per l'assenza di qualsivoglia profilo di autonomia decisionale e gestoria". Il quale, tra l'altro, scrivono i giudici, "è venuto a conoscenza dell'imponente operazione immobiliare quando ormai tutto era deciso e stabilito". Morri, quindi, non sarebbe stato l'amministratore della Colony Sardegna Sarl e Colcom Sarl in quanto avrebbe agito dietro "mandato con delega che conteneva precise istruzioni per il mandatorio". 


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