OLBIA. Gli edifici realizzati per il mancato G8 cadono a pezzi e ora prendono pure fuoco. Nella giornata di ieri, infatti, intorno alle 11, a causa di un cortocircuito elettrico, si è innescato un incendio che ha interessato i pannelli solari della struttura dell'Ex Arsenale. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme e bonificato l'area. Ma poco dopo, intorno alle 13, si è accesso un altro incendio, scaturito dai pannelli solari posizionati nell'ala opposta dell'edificio. I vigili del fuoco hanno provveduto a spegnere anche il secondo rogo anche grazie all'ausilio degli uomini dei carabinieri della capitaneria di porto. Il fuoco ha danneggiato un'area pari a 600 metri quadri. Per Mauro Pili, deputato di Unidos, quello di ieri è stato un disastro immane con centinaia di milioni di euro andati in fiamme: "Si sta consumando un vero e proprio disastro. Guarda caso dopo le denunce sul degrado e abbandono di un patrimonio unico. Si dimettano tutti i responsabili".
E arriva anche la nota stampa della Regione: "Oggi l'ennesimo incidente, dopo le numerose denunce sul drammatico degrado della struttura, rende urgente una iniziativa molto forte. Il rilancio della Maddalena è stato bloccato prima dal trasferimento all'Aquila del G8, poi dalla scoperta della pessima politica che stava dietro l'uso improprio della protezione civile nazionale per accelerare i progetti al di fuori di ogni controllo e dalla conseguente indagine della magistratura. Nell'ultimo anno ogni intervento sull'ex arsenale è rimasto fermo a causa del contenzioso che oppone Protezione civile nazionale e Mita Resort sulla gestione degli edifici mai completamente ultimati e destinati ad albergo e centro congressi. Un contenzioso che un lodo arbitrale aveva risolto a favore di Mita, ma contro il quale la Protezione civile nazionale ha presentato ricorso in appello. Il Comune con la collaborazione della Regione sta invece facendo avanzare il completamento delle bonifiche a suo tempo non fatte, la cui mancanza è una delle cause dello stesso contenzioso tra Mita e Protezione Civile".