OLBIA. Un folla di persone ha percorso quelle che dal 18 novembre scorso, per gli olbiesi, sono le "vie del fango". Un silenzio religioso, la luce delle fiaccole e loro, i cittadini, che hanno attraversato la parte della città di Olbia maggiormente colpita dal ciclone Cleopatra. "Quando i canali che tagliano in due il centro abitato, sono esondati -ha dichiarato una delle ragazze che partecipa al corteo- queste strade sono diventate dei fiumi in piena che hanno trascinato via tutto, i ricordi, le auto e anche vite umane. Oggi come allora gli olbiesi sono tutti insieme". Un anno, tutte queste persone, si trovavano fa fianco a fianco a pulire e togliere dalle case i detriti e l'acqua. Oggi, ancora una volta vicini a ripercorre con le candele, le vie del fango. "Noi non dimentichiamo. Soli, ma uniti": con questa frase scritta su un lenzuolo bianco e trasportato dai ragazzi si è voluto sintetizzare ciò che è successo in questo anno, la grande forza dei sardi, la consapevolezza di potercela fare da soli se uniti. Rimane il dato degli aiuti mancati e ancora oggi promessi, ma ancora mai arrivati. olbia sembra aver riconquistato la sua normalità, ma la paura rimane. Il corteo si è fermato in via Belgio, dove una mamma e la figlioletta hanno perso la vita in quel canale. Tante fiaccole lungo quel corso d'acqua minuscolo, ma capace di uccidere e 19 lanterne, come le 19 vittime dell'alluvione in Sardegna si sono sollevate in cielo.