OLBIA. E' stato sepolto negli abissi, a largo di Capo Figari a Golfo Aranci, per novantasei anni. Oggi il postale Tripoli è stato ritrovato a venti miglia dalla costa dal cacciamine Vieste. Nel 1918, la notte del 18 marzo, un missile lanciato da un sommergibile tedesco affondò il piroscafo Tripoli, usato come postale, portando con sé e con la sua storia trecento persone. A bordo dell'imbarcazione erano presenti anche diversi militari della Brigata Sassari che stavano partendo da Golfo Aranci per raggiungere il porto di Civitavecchia. Quest'anno ricorrono i 100 anni dallo scoppio della prima guerra mondiale e la Marina Militari ha attivato in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali un progetto di commemorazione e di ricerca di alcuni relitti che hanno fatto la storia dei ricercatori di mezzo mondo. Perché intorno al Tripoli si è creato un alone di mistero e leggenda che ha avvolto per quasi un secolo quell'imbarcazione e i suoi occupanti. Per trovare il relitto, la marina militare si è avvalsa di un robot ad alta profondità che ha potuto registrare la presenza della carcassa del postale che oggi giace nei fondali del Golfo di Olbia, a venti miglia da Capo Figari. Il ritrovamento, così come quello della corazzata Roma a largo di Porto Torres, aggiunge un importante tassello alla ricostruzione di una storia preziosa che ci appartiene e che andrebbe più spesso ricordata per l'immane sacrificio umano che è stato pagato come prezzo dell'epoca della pace e della democrazia in cui oggi viviamo.