Olbia, arrestati due 40enni truffatori Imbrogliavano tramite società fittizia

(foto: Archivio Carabinieri)
venerdì 6 giugno 2014
C.A. di Olbia e R. C. di Sennori, entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati dai carabinieri; l'accusa è di essere responsabili dei reati di ricettazione e truffa ai danni di aziende olbiesi che operano nel settore del terziario. 


OLBIA. Due quarantenni, C.A. di Olbia e R. C. di Sennori, entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Sassari. L'accusa per i due è di essere responsabili dei reati di ricettazione e truffa ai danni di aziende olbiesi che operano nel settore del terziario

C.A e R.C avrebbero organizzato una truffa ai danni di un rivenditore di mobili e di altre aziende del posto, utilizzando come esca una società, la "Cala Rossa Group snc", risultata poi essere fittizzia. I due truffatori si sono presentati in un negozio di arredamenti di Olbia per acquistare mobili e computer per conto della società e dopo aver scelto la merce e manifestato una certa urgenza nell'averla nel più breve tempo possibile, hanno pagato quasi cinque mila euro con assegni della "The Royal Bank of Scotland"; assegni che però la banca non ha accettato perché non esigibili. 


Intanto, i due avevano anche preso in affitto un locale commerciale, sempre a nome della fantomatica società, pagando la caparra all'agenzia di consulenza immobiliare, anche questa volta, con assegni. Il titolare dell'agenzia immobiliare si è reso conto di essere stato truffato solo quando la banca, qualche giorno dopo, ha rifiutato il pagamento degli assegni. Ma il raggiro era ormai stato avviato: grazie al nuovo ufficio in un'importante posizione di Olbia, per C.A e R. C. è stato più facile carpire la fiducia di ignari fornitori di beni e servizi. Solo grazie alle indagini della stazione dei carabinieri di Olbia Centro e alle tempestive perquisizioni disposte dalla procura, sono stati in parte recuperati i mobili ed i computer. I truffatori si trovano ora agli arresti domiciliari. 

 

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