OLBIA. "Abbiamo aspettato così tanto ad avere questi fondi perché si dovevano fare tutti i controlli per evitare i disonesti, e adesso che i primi fondi sono stati dati scopriamo che si è anche sbagliato?". Luca Raspizzu non ci sta. Lui e la sua famiglia nell'alluvione del 18 novembre scorso hanno visto distrutti alcuni appartamenti di loro proprietà, appartamenti che al momento rappresentano l'unica fonte di reddito di Luca che oggi si ritrova con un pugno di mosche in mano. "Oltre il danno la beffa", dice il signor Raspizzu e prosegue: "Quando stamane ho letto la graduatoria del Comune dei 480 primi rimborsi per i mobili distrutti dall'alluvione, mi sono meravigliato di vedere tra qui nomi quelli di alcuni miei inquilini. A loro sono stati dati i soldi, anche se non hanno assolutamente perso i mobili e l'arredamento dalla casa, visto che noi affittiamo appartamenti ammobiliati. Quei fondi spettano a noi padroni di casa che ora dobbiamo anche fare i lavori per sistemare gli appartamenti che sono stati allagati".
Luca Raspizzu e la sua famiglia gestiscono una serie di appartamenti che si trovano in via Lupacciolu, in una delle zone maggiormente colpite dall'alluvione, non molto distante dal punto in cui quel tragico 18 novembre scorso hanno perso la vita una mamma e la sua bambina intrappolate dentro un'auto finita in un canale. "I nostri inquilini avevano un regolare contratto d'affitto che noi, a poche ore dall'alluvione, abbiamo disdetto restituendo loro la caparra e occupandoci della sistemazione della casa. Oggi però vedo che questa famiglia ha ricevuto gli 800 euro per il rimborso dei mobili. Ma i mobili distrutti sono quelli della mia famiglia; loro hanno perso solo gli oggetti personali", continua Raspizzu. Le cose da contestare all'amministrazione comunale, secondo Luca, sono tante, a cominciare dai tempi per stilare le graduatorie: "Sono passati tre mesi e solo ora danno una parte dei contributi. Avrebbe dovuto controllare meglio e accertarsi che davvero chi ha ricevuto i soldi ha subito danni".