DIA confisca beni alla Camorra Tra gli immobili anche uno ad Olbia

(foto: foto archivio internet)
mercoledì 12 febbraio 2014
Tra i beni del valore complessivo di dieci milioni di euro sequestrati all'imprenditore Raffaele Sarnataro, legato al clan La Torre, anche una multiproprietà a Porto Rotondo.


OLBIA. Una lussuosa casa in via Crispi a Napoli, immobili ad Anacapri e anche una multiproprietà a Porto Rotondo: tra i beni sequestrati a Raffaele Sarnataro, imprenditore legato al clan camorristico dei La Torre, figura anche un immobile in Gallura. Già il 9 maggio scorso la multiproprietà della costa era stata posta sotto sequestro. Il centro operativo della direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito la confisca dei beni dell'imprenditore impegnato nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, per un valore di dieci milioni di euro, in esecuzione di un decreto emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 


Raffaele Sarnataro ha iniziato la sua carriera di imprenditore negli anni '80, diventando proprietario della discarica di Bortolotto, a Castel Volturno, grazie all'appoggio del clan La Torre. Già nell'agosto del 2000 una parte dei beni di Sarnataro erano stati oggetti di sequestro e l'imprenditore era stato arresto; ma nel gennaio del 2011 la Corte di Cassazione aveva annullato questi provvedimenti perché non sussisteva la pericolosità. Ora però le indagini hanno messo in luce altri aspetti della vicenda e hanno fatto sì che il collegio per l'applicazione delle misure di prevenzione prendesse la decisione di confiscare i beni intestati sia all'imprenditore che al fratello e alla moglie. 

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