OLBIA. "Non posso combattere la stupidità delle persone, ma posso far sì che chi dovrebbe controllare e fare rispettare le leggi, lo faccia". Una frase, quella di Valentina Soro che racchiude tutta la sua maturità e allo stesso tempo tutto il suo rammarico. Valentina ha 23 anni, è di Olbia e, causa di un incidente, da sei anni è costretta su di una sedia a rotelle. Combatte ogni giorno contro le barriere architettoniche, di cui è disseminata la città, e l'inciviltà della gente. "Riuscire a trovare un parcheggio per disabili libero, in alcune zone di Olbia, diventa una vera e propria impresa. Mi è capitato tantissime volte di fare notare agli automobilisti che quel posto era riservato a chi è portatore di un handicap e sentirmi rispondere in malo modo", racconta Valentina. Ma la giovane non si scoraggia: questi episodi le fanno ancora di più capire che l'unica soluzione è segnalare le infrazioni che a quanto pare in città sono davvero consistenti. Dal report della Polizia Locale relativo al 2013, infatti, è emerso che sono state emesse 337 sanzioni per violazione degli stalli dei disabili.
Per comprendere appieno quali e quante difficoltà deve affrontare una persona che si trova su di una sedia a rotelle, abbiamo percorso un tratto di strada insieme a Valentina. Siamo andati dalla sua abitazione al luogo di lavoro, un negozio che si trova sulla trafficata viale Aldo Moro. Una corsa ad ostacoli: questo si è rivelato il percorso che la ragazza compie ogni giorno. I marciapiedi non sono abbastanza larghi per consentire il passaggio della carrozzina e sono disseminati di graziose, si fa per dire, aiuole per piante che però non consentono ad un disabile di transitare con facilità. Le rampe che pure per un normodotato potrebbero sembrare perfette, in realtà "hanno una pendenza sbagliata", ci spiega Valentina. "Quanti stalli per disabili vedi in questo tratto di strada?", chiede la ragazza. Si fa fatica a trovarne uno per un lungo tratto della via, o meglio uno ci sarebbe anche, davanti all'ufficio postale, ma il caso ha voluto che proprio in quel momento un automobilista (assolutamente non disabile) ci si sia parcheggiato per un prelievo allo sportello automatico.
"Per noi è difficile anche solo entrare in certi locali pubblici; non si sono rispettate le norme che prevedono l'abbattimento delle barriere architettoniche e nonostante io lotti tutti i giorni per essere come gli altri, sono le istituzioni, gli amministratori della città a farmi sentire diversa se non fanno niente per venire incontro alle mie esigenze", afferma amareggiata Valentina che prima di salutarci dice: "Basterebbe così poco; basterebbe che quando si devono rifare per esempio i marciapiedi chiedessero a noi come vanno fatti. Noi lo sappiamo bene quale pendenza va meglio e quale invece ci fa rischiare di cadere". Effettivamente basterebbe davvero poco: basterebbe passare un'ora con una persona su di una sedia a rotelle per guardare tutto con una prospettiva diversa.