Famiglie di mafiosi a Palau e P.Torres Mauro Pili presenta un'interrogazione

(foto: OlbiaNotizie.it)
martedì 4 febbraio 2014
Il candidato presidente alla regione, leader di Unidos, ha presentato, ieri, un'interrogazione al ministro della giustizia, Cancellieri, per fare chiarezza sull'esodo dei familiari dei capomafia detenuti nel carcere di Nuchis.

TEMPIO PAUSANIA. Il pericolo di infiltrazioni mafiose nella società sarda preoccupa notevolmente i territori del Nord Sardegna. A lanciare in queste ore l'ennesimo allarme, è stato il leader di Unidos, Mauro Pili. Nello specifico, il candidato presidente alla Regione, ha denunciato lo sbarco sull'isola delle famiglie dei capimafia: "Questi nuclei familiari, hanno preso casa nell'isola, a Palau e Porto Torres, per assistere i loro strettissimi familiari, detenuti in regime di alta sicurezza nel carcere di Tempio Nuchis". Pili ha presentato un'interrogazione al ministero della Giustizia chiedendo che venga fatta chiarezza su questa "colonizzazione" delle famiglie mafiose: "E' una notizia di una gravità inaudita -ha dichiarato Pili- proprio perché era il pericolo numero uno denunciato sin dal primo sbarco nell'isola dei vertici delle associazioni mafiose". 


Nella casa di reclusione di Tempio, già nel giugno scorso sono arrivati alcuni ergastolani condannati per mafia e da allora è cominciato l'esodo dei familiari che già dal mese di novembre, come certificato nei comuni, hanno preso la residenza. Nell'interrogazione di Pili, si fa riferimento in particolare ad uno dei capimafia, ora detenuto a Tempio per il famoso 416 bis, fine pena mai, accusato di traffico internazionale di droga e omicidio e raggiunto in queste settimane dai parenti. "E' vergognoso -ha dichiarato il leader di Unidos- che le istituzioni regionali e nazionali non spendano una parola su questo preoccupante fenomeno".


In più di un'occasione è stata invocata l'istituzione della sede distaccata della Corte d'Appello a Sassari e quindi di una seconda direzione distrettuale antimafia oltre a quella già esistente a Cagliari per far fronte proprio a questi "nuovi" pericoli. Lo stesso ministro della Giustizia, in un incontro di pochi giorni fa a Sassari, avrebbe riferito di vedere la soluzione di buon occhio, vista la distanza con il capoluogo, ma ancora ad oggi sembra lontano lo sdoppiamento.


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