OLBIA. Cercare di operare adottando il giusto criterio per stilare una graduatoria quando tutti coloro i quali hanno fatto richiesta di risarcimento si trovano, chi più chi meno, in condizioni precarie, non dev'essere stato facile. E forse è anche per questo motivo che la prima graduatoria per il rimborso dei beni mobili danneggiati dalla furia dal ciclone Cleopatra che si è abbattuta su Olbia lo scorso 18 novembre conteneva degli errori che hanno costretto gli amministratori del Comune a correggere l'elenco e procedere ad una nuova stesura. Nonostante le correzioni, in tantissimi sono gli olbiesi che contestano i punteggi assegnati. Giuseppe Mario Zoccheddu è uno dei tanti cittadini di Olbia che nell'alluvione ha avuto la casa e le macchine invase dall'acqua e dal fango. La sua villetta a schiera su due piani, in via Malpighi nel quartiere Isticadeddu, è stata allagata e Giuseppe ha così perso tutti gli elettrodomestici, i divani, i mobili e le sue due automobili sono andate distrutte. Anche se lui è tra quegli alluvionati che, nonostante tutto non ha dovuto abbandonare la propria casa e andare in albergo, il signor Zoccheddu necessita di un aiuto per poter riacquistare parte delle cose andate perdute.
Questa mattina ha protocollato una lettera indirizzata al sindaco di Olbia Gianni Giovannelli nella quale non si lanciano semplici accuse, a poco servirebbero, ma si chiede che vengano adottati nuovi metodi per elargire i rimborsi. Il timore di molti, compreso quello di Zoccheddu e che ci si approfitti delle autocertificazioni per ricevere indennizzi non meritati, a discapito di chi realmente si trova in difficoltà. Giuseppe grazie all'aiuto di amici e parenti è riuscito a riacquistare parte degli elettrodomestici, ma nonostante ciò ritiene di meritare i rimborsi previsti dal Comune. "Al momento di presentare al Comune i moduli per la richiesta di aiuto - scrive Giuseppe Zoccheddu nella lettera - ho presentato quello per la segnalazione delle due macchine e quello dei danni strutturali avuti nell'abitazione. Non ho invece presentato la richiesta di consegna di beni mobili ed arredi perché avevo già acquistato ciò che era andato distrutto e nel modulo non era prevista alcuna richiesta di rimborso economico. Ecco perché a mio parere non è corretto da parte del Comune utilizzare quelle domande per dare un aiuto economico a pioggia senza alcuna verifica e controllo. Sarebbe stato più semplice e corretto ad esempio dare la possibilità in convenzione con i rivenditori ai cittadini alluvionati di sostituire i beni mobili distrutti. Così facendo si avrebbe avuto un puntuale controllo dei beni mobili consegnati senza dare la possibilità ad alcuno di provare solo a fare il furbo, cosa che sono sicuro è successo e continuerà a succedere". La situazione del signore Zoccheddu è comune a tanti olbiesi e trovare una soluzione non sarà facile.