Magia in Regione sulle Province Gli otto enti diventano otto distretti

(foto: OlbiaNotizie)
sabato 14 dicembre 2013
Riprendono vita le otto province sarde che grazie ad un provvedimento della Regione, si tramutano in otto distretti che ricalcheranno i confini geografici e le competenze degli enti provinciali.

di Francesco Bellu

CAGLIARI. "Bisogna che tutto cambi, perché tutto rimanga così com'è" diceva il principe di Salina ne "Il Gattopardo". A conti fatti, vedendo l'ultima mossa dei nostri politici regionali, mai frase sembrerebbe più azzeccata. Le Province sono state, infatti, abolite, ma sono rimaste le poltrone, anzi sono addirittura aumentate. Con una magia degna del mago Hudinì la prima commissione autonomia a Cagliari ha oggi approvato a larga maggioranza il riordino degli enti locali, cancellando definitivamente le otto Province sarde. Al loro posto ci saranno  però otto distretti che ricalcheranno di fatto i confini geografici e le competenze delle Province e verrannoguidate da un direttore generale insieme ad un comitato di indirizzo composto dai sindaci.  La legge verrà ora inviata al Consiglio delle autonomie locali, organo presieduto dal sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, che entro 15 giorni esprimerà il proprio parere, per poi tornare in commissione ed essere definitivamente approvata prima dell'approdo in Consiglio, dove con una corsa contro il tempo si proverà a licenziarla entro la fine della legislatura. Al momento del voto il Pd è uscito dall'aula, dopo che sembrava essere stato raggiunto un accordo di massima.

Il Partito Democratico aveva chiesto che nelle funzioni di queste "nuove" entità venissero incorporati anche i compiti dei consorzi di bonifica e industriali e che le nomine venissero fatte dalle assemblee dei comuni. Ma a mettersi di traverso sono stati gli emendamenti della maggioranza che hanno cancellato lo scioglimento dei consorzi in questi macroenti e stabilito che le nomine dei direttori generali spettino alla giunta regionale, con il trasferimento alla Regione di alcune competenze esclusive delle ex bonifiche. Lo strappo è stato inevitabile.  L'iter della cancellazione delle Province era iniziato col referendum del maggio 2012, quando mezzo milione di sardi chiese di abrogare le nuove province (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Iglesiente). Il 24 settembre scorso il Consiglio regionale aveva abrogato le province istituite per Statuto (Cagliari, Sassari e Nuoro) con una proposta di legge nazionale che deve essere sottoposta alla doppia lettura in Parlamento. Infine, un mese fa, l'assemblea aveva recepito la legge nazionale che abroga l'istituto delle province, facendo così decadere anche l'unica che sarebbe rimasta in piedi, quella di Oristano.

Le polemiche non si sono fatte attendere nonostante il presidente Ugo Cappellacci canti vittoria e spieghi in una nota che: «Quello compiuto in Commissione è un ulteriore passo in avanti nella direzione indicata dai cittadini e soprattutto verso un nuovo modello amministrativo che restituisca centralità ai veri punti di riferimento della comunità: i sindaci ed i Comuni. Auspichiamo - ha aggiunto - che a livello nazionale si proceda quanto prima all'esame della legge già approvata dal Consiglio regionale e che, dopo il necessario passaggio parlamentare, si possa procedere anche all'abrogazione delle cosiddette province storiche. L'obiettivo finale - ha concluso il presidente - è, oltre ad una riduzione dei costi della politica - anche l'adozione di un sistema che non sia il risultato di una sovrapposizione di un numero sovrabbondante di enti e che risulti semplificato nella composizione e soprattutto nelle procedure. La nuova architettura amministrativa non può che partire dai comuni, che rappresentano il primo punto di riferimento del cittadino».

Giampaolo Diana, capogruppo del Pd in Regione bolla l'intera manovra come un «imbroglio di Cappellacci e del centrodestra nei confronti dei sardi, soprattutto di quel mezzo milione che ha votato al referendum nel 2012»; e punta il dito contro i Riformatori che «si sono prestati a questo gioco». E spiega come sia facile capire il perché lo abbiano fatto: «In tutti questi anni nei consorzi ci hanno piazzato loro rappresentanti  - evidenzia Diana - e se toccassero qualcosa, crollerebbe il castello di carte e non potrebbero più mantenere i loro interessi di sottogoverno». Accuse che vengono rispedite al mittente dal coordinamento regionale dei Riformatori che parla di «ultimo miglio raggiunto», spiegando che ora mancano solo 15 giorni per l'approvazione definitiva «per rispettare il risultato referendario che ha cancellato le Province». Per questo invitano i sardi a inondare di mail i consiglieri regionali che hanno votato per chiedergli di «non tradire la volontà popolare».


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