OLBIA. Era arrivata al pronto soccorso Giovanni Paolo II con febbre altissima e in stato soporoso. Per la bimba olbiese di tre anni non c'era stato nulla da fare: la piccola è morta poco dopo a causa di una meningite meningococcica. Il professor Paolo Castiglia, ordinario di igiene dell'università di Sassari ha richiamato l'attenzione sul caso della bambina di Olbia. "Non deve più accadere -ha dichiarato il medico-. Questo caso ci deve far riflettere
su una malattia come questa che è prevenibile, ma che ancora oggi colpisce con regolarità adulti e bambini, creando un problema di sanità pubblica e procurando un fondato allarme sociale".
Secondo Castiglia esistono gli strumenti per poter prevenire questo tipo di infezioni attraverso le vaccinazioni, ma anche grazie all'approvazione di un nuovo vaccino contro il meningicocco B, ceppo sicuramente tra i più invasivi e contagiosi e causa della morte della piccola di tre anni all'Ospedale di Olbia. "Tra poche settimane sarà disponibile il nuovo vaccino che insieme alla trivalente permetterà di chiudere il cerchio. E' il frutto di oltre 20 anni di ricerche". Questo tipo di infezione è molto pericolosa perché, come ci ha spiegato il medico, è improvvisa, evolve rapidamente, può causare epidemie e spesso è letale o può determinare gravi conseguenze. Per questo motivo, secondo Castiglia, è importante una corretta informazione sia per non farsi trovare impreparati davanti all'emergenza, sia per evitare che la paura possa avere la meglio sulle famiglie, che non sanno quanto la ricerca è riuscita a fare per combattere questa malattia. Per il professore è necessario che anche le istituzioni si diano da fare per promuovere le politiche di prevenzione vaccinale, "perché da oggi di meningite non si deve più morire".