Olbia, sciopero Cgil Cisl e Uil Gallura "Lavoro, sviluppo e occupazione"

(foto: OlbiaNotizie.it)
venerdì 15 novembre 2013
La mattinata a Olbia è stata caratterizzata dello sciopero di quattro ore indetto da Cgil, Cisl e Uil contro la legge di Stabilità.


OLBIA. Lavoro, sviluppo e occupazione. Parole semplici e chiare che hanno caratterizzato tutti gli interventi avvenuti questa mattina durante lo sciopero di quattro ore indetto anche a Olbia da Cgil, Cisl e Uil.  All'interno del cinema della città, in una sala gremita di persone e bandiere i temi trattati sono stati sempre gli stessi, quelli che da tempo i sindacati cercano di mettere in risalto e che pare non vengano percepiti da chi di dovere. Alle richieste di riduzione delle tasse per i lavoratori e per i pensionati, allo scottante tema dei trasporti aerei e navali nell'isola, al problema della disoccupazione giovanile, si è aggiunta anche l'aspra critica nei confronti della legge di Stabilità che da tempo Cgil, Cisl e Uil chiedono venga modificata. Al termine degli interventi, i partecipanti si sono uniti in un corteo che ha percorso il Corso di Olbia per andare a fermarsi proprio sotto il palazzo del Municipio. Per alcuni minuti i manifestanti hanno fermato la circolazione e urlato a gran voce il disagio che Olbia e in generale tutta la Gallura sta vivendo.


In tutta la penisola questa mattinata è stata caratterizzata dai lavoratori che hanno incrociato le braccia e anche a Olbia si è voluto dare un segnale forte. "I problemi che caratterizzano la Gallura e questa città sono tanti e che non si parli ancora di zona trainante per l'economia isolana, perché questo è solo un vago ricordo del passato. I dati sulla disoccupazione sono allarmanti e fotografano una realtà davvero disastrosa". Ad affermarlo a più riprese è stato Fabio Spano, segretario generale Cgil Gallura, seguito a ruota da Mirko Idili, segretario della Cisl Gallura. Presente alla manifestazione anche la leader della Cisl sarda, Orina Puzzolu che ha sottolineato come siano "le famiglie sarde il vero ammortizzatore sociale" a ha concluso con una domanda alla quale rispondere diventa difficile, ossia: "Cosa resterà di quest'isola se non c'è più lavoro?".

 

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