Abbanoa denuncia i Comuni morosi Tra questi anche quello di Aggius

mercoledì 13 novembre 2013
Figura anche Aggius nell'elenco reso noto da Abbanoa, dei quindici Comuni sardi che non avrebbero pagato il servizio di erogazione di acqua potabilizzata offerto dall'azienda.


AGGIUS. Figura anche Aggius nell'elenco reso noto da Abbanoa, dei quindici Comuni sardi che non avrebbero pagato il servizio di erogazione di acqua potabilizzata offerto dall'azienda. La denuncia arriva direttamente dal gestore del servizio idrico che sottolinea come "per ognuno di questi centri che peraltro fatturano l'acqua ai loro cittadini, già sei anni fa la Regione avrebbe dovuto nominare un commissario ad acta, ma ciò - sottolinea Abbanoa - non è mai avvenuto". "I Comuni - si legge in una nota - approfittano di un vuoto normativo, ma i costi per la produzione dell'acqua potabile sono stati però sostenuti da Abbanoa che ha emesso regolari fatture, ciascun anno, sulle spese per garantire ugualmente la produzione e la consegna dell'acqua ai serbatoi. Se i Comuni continueranno a non pagare - viene spiegato nella nota - continuerebbero a scaricare sugli altri cittadini sardi i costi per l'adduzione dell'acqua". Il solo Comune di Aggius vanta un debito con Abbanoa di 103.791,60 euro


Nell'elenco dei morosi anche il Comune di Anela, Bonacardo, Bultei, Burcei, Burgos, Capoterra, Cheremule, Perfugas, Sant'Anna Arresi, Sinnai e Teulada. A questi Comuni è stato inviato un avviso da parte dei legali incaricati da Abbanoa che intima il pagamento delle fatture insolute. In caso contrario, si procederà alla riduzione delle portate fornite ai serbatoi. Su fatture emesse per oltre 11 milioni di euro, ne sono stati pagati appena 1,6 milioni. In assenza di pagamento, trattandosi di attività esterne al servizio idrico integrato, il gestore provvederà alla riduzione della fornitura al fine di prevenire il danno grave che si sta arrecando, con questa situazione anomala, all'azienda pubblica. La Sardegna vanta un triste record a livello nazionale: la Società è costretta a potabilizzare, con costi esorbitanti rispetto alle altre Regioni italiane, ben l'85 per cento dell'acqua distribuita perché proviene da invasi di superficie. Nel resto d'Italia, invece, si potabilizza mediamente il 30 per cento dell'acqua.

  

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