CAGLIARI. Stop agli ospedali psichiatrici giudiziari e ai trasferimenti degli ammalati sardi nei sei Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari) della penisola: l'unica vera cura si può fare con i piani terapeutici individuali, nel rispetto dei pazienti e delle loro patologie. Il comitato sardo "Stop Opg" presenta il "Mese dei diritti umani" che comincerà il 10 novembre e si concluderà il 10 dicembre con la giornata mondiale dei diritti umani che si celebra in tutto il mondo. "L'articolo 5 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dice che nessun individuo può essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti", ricorda Roberto Loddo, della segreteria organizzativa dell'iniziativa. "Nessun governo può utilizzare l'emergenza pubblica, la sicurezza e l'ordine pubblico per giustificare la tortura delle persone e negare i loro diritti". La data del 10 dicembre è stata scelta per ricordare la proclamazione, da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948. Nel Mese dei diritti umani sono in calendario eventi di cultura e approfondimento per sensibilizzare i cittadini alla tutela dei diritti umani. "Bisogna chiudere i luoghi di morte e sofferenza in cui vengono rinchiuse migliaia di persone", afferma Loddo. "E va abolito il concetto di pericolosità sociale, che non è provato e, comunque, anche se un malato psichiatrico ha commesso un crimine efferato ha diritto al giusto processo".
Il comitato lancia poi l'allarme sul rischio che con i fondi messi a disposizione dal Ministero - 38 milioni di euro nel 2012, 55 nel 2013 e 173,8 in conto capitale - si costruiscano nuovi "mini manicomi", invece che puntare sui piani terapeutici individuali. "Abbiamo scritto all'assessore della Sanità De Francisci, le abbiamo chiesto incontri ma ancora non abbiamo avuto risposte", protesta Loddo. "Fra l'altro l'assistenza individuale costerebbe meno in molti casi rispetto al ricovero in una struttura". Natascia Casu ha ricordato suo padre Giuseppe "morto legato mani e piedi nel reparto di psichiatria nell'ospedale di Is Mirrionis", caso per il quale alcuni medici sono finiti davanti ai giudici del tribunale di Cagliari. La donna ha paventato il rischio che il processo per omicidio colposo possa andare in prescrizione: 7 anni e mezzo è il limite massimo che scade il 25 dicembre. Per il 6 dicembre è stato organizzato un incontro nella sede dell'Assostampa in via Barone Rossi a Cagliari. Al Mese dei diritti umani aderiscono numerose associazioni, sindacati, la comunità musulmana, l'istituto buddhista e la comunità "La Collina" di don Ettore Cannavera.