CAGLIARI. L'avevano annunciato già Il 26 agosto, giorno in cui si erano riuniti davanti alla sede dell'aviazione generale nell'aeroporto di Olbia: i dipendenti della compagnia aerea Meridiana sono scesi in piazza ancora, questa volta a Cagliari. Piloti e assistenti di volo della compagnia di proprietà del principe Aga Khan si sono dati appuntamento sotto i portici del palazzo del Consiglio regionale per denunciare la difficile situazione che sta vivendo la società. 1.350 sono i dipendenti attualmente in cassa integrazione che, secondo quanto più volte hanno affermato i manifestanti, a maggio 2015 verranno licenziati. Ancora pochi mesi infatti, poi scadrà il regime agevolato e la compagnia aerea non è in grado di riassumere queste mille persone. Ecco che i lavoratori scesi in piazza oggi chiedono a gran voce che sia "la Regione a salvare Meridiana, la cui vertenza deve rientrare nel tavolo aperto per Alitalia perché è l'intero comparto del trasporto aereo che va ripensato". I manifestanti, guidati da Usb e Apm, l'Associazione piloti Meridiana, hanno chiesto un incontro alla presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, ma al momento una delegazione di cinque lavoratori sta incontrando la commissione Bilancio presieduta da Pietrino Fois.
"Chiederemo due cose - dice Francesco Staccioli dell'Usb - che la Regione incontri la proprietà di Meridiana, perché la Sardegna non può sopportare il peso di altri licenziamenti e poi che venga ripensata l'intera gestione del trasporto aereo". Ad essere messa sotto accusa dai dipendenti è anche la mancata partecipazione di Meridiana al bando per la continuità territoriale 1 che, a loro avviso, avrebbe dato il colpo di grazia all'azienda. La compagnia dell'Aga Khan, guidata dall'amministratore delegato Roberto Scaramella, ha preso parte al bando per la continuità solo per quanto lo scalo di Olbia Costa Smeralda, lasciando da parte quello di Alghero e Cagliari e questo crea, ovviamente una diminuzione del carico di lavoro che si ripercuote inevitabilmente sui dipendenti. "In pratica, numeri alla mano, Meridiana è tornata alla situazione di vent'anni fa", spiega Marco Bardini dell'Associazione cassintegrati Meridiana che prosegue: "Nel 1988, quando sono entrato io, c'erano cinque aerei, oggi nel 2013 ne volano sei, due che fanno base a Olbia e altri quattro che girano fra Verona e Cagliari. Abbiamo personale sufficiente per trenta aerei, ma ne volano sei. Sarà dunque inevitabile che il 31 maggio del 2015, quando scadrà la cassa integrazione,1800 persone circa andranno a casa".
Intanto, i dipendenti hanno dato mandato ai legali di verificare se il ricorso alla cassa integrazione da parte di Meridiana sia stato legittimo o no, iniziativa rinvigorita dalle eventi notizie su Alitalia. "Perché va anche considerata una cosa e cioè che dentro Meridiana esiste un'altra società che si chiama AirItaly che ha 450 dipendenti che costano molto meno di quelli di Meridiana e vengono utilizzati tutti nonostante la richiesta di cassa integrazione per 180 di loro - denuncia Sandro Spano dell'ApM - Adesso hanno addirittura annunciato di voler acquisire in leasing altri due aeromobili quando ce ne sono ben otto lasciati a terra a Olbia da Meridiana. Ovvio che all'azienda conviene di più utilizzare il personale Air Italy, composto per lo più da giovani con contratti capestro, perché costa meno, ma è inaccettabile". Alla protesta non si sono uniti Cgil, Cisl e Uil: "Anzi hanno invitato i dipendenti Sogaer, interessati a loro volta a una vertenza che conta 62 esuberi su 170 dipendenti a non partecipare al nostro sit-in - denuncia Staccioli dell'Usb - E nei nostri confronti c'è solo un imbarazzato silenzio". I manifestanti non hanno risparmiato proprio nessuno e hanno anche sparato a zero contro le compagnie low cost: "Impossibile competere, perché le condizioni di partenza non sono le stesse. Incassano contributi e agevolazioni contro i quali noi non possiamo combattere".