OLBIA. L'ambiente è quello familiare, le stanze sono linde e ordinate, la cucina potrebbe essere quella di una casa qualsiasi e i se non fosse per il numero di docce, tutto farebbe pensare che quella inaugurata questa mattina in via Canova a Olbia sia una normale casa in cui vive un nucleo familiare più numeroso del solito. Invece, la struttura che stamane ha aperto le sue porte e si è mostrata alla città è un vero e proprio centro di accoglienza che può ospitare al suo interno dalle quindici alle ventidue persone, in prevalenza nuclei con bambini che si trovano in situazioni di disagio temporaneo. Qui, infatti, ci si arriva tramite una segnalazione dei servizi sociali del comune di Olbia e ci si "rifugia" per brevi periodi, fino a ché la situazione non viene risolta. Dall'inizio dell'anno ad oggi, il dormitorio notturno che si trova al piano terra del nuovo centro di accoglienza, ha ospitato circa duecento persone per un totale di 6.500 posti occupati. L'età media è quella compresa tra i 30 e i 60 anni e si tratta di persone di nazionalità italiana, marocchina e rumena. A fornirci i dati sono stati i volontari della Caritas che ogni giorno prestano servizio all'interno della struttura e che adesso si occuperanno, insieme con l'associazione Agorà e con il personale specializzato, nella gestione della casa di accoglienza.
Trecento mila euro è l'ammontare dei soldi, reperiti attraverso la Fondazione del Sud che sono stati utilizzati per riadattare quello che fino a pochi mesi fa era il poliambulatorio della Asl di Olbia. "In molti avevano messo gli occhi sopra questa struttura, -ha dichiarato l'assessore ai Servizio Sociali, Rino Piccinnu - ma l'amministrazione comunale è riuscita, grazie all'interessamento del sindaco, del vescovo Monsignor Sanguinetti e anche grazie al connubio tra Caritas e Agorà, ad entrarne in possesso". "La città di Olbia deve andare orgogliosa di questo traguardo raggiunto, perché -ha concluso Piccinnu - attraverso questo nuovo centro si mostra il vero volto solidale dalla comunità".
"Quello che inauguriamo non è un porto, una strada o una grande infrastruttura, ma è comunque una grande opera per la comunità olbiese ed è molto più necessaria di qualunque altra nuova strada ", ha affermato il sindaco Gianni Giovannelli che ha proseguito ricordando come anche in città stia crescendo il numero dei cosiddetti nuovi poveri, ossia coloro i quali, data la crisi economica e la mancanza di lavoro, non sono più in grado di pagare le rate del mutuo sulla casa e l'affitto e hanno, oggi più che mai, bisogno di un aiuto. Ecco perché il centro di accoglienza che si va ad unire al dormitorio notturno e alla mensa gestita dalle suore Vicenziane, è una grande opera e una grande conquista che arricchisce Olbia.