OLBIA. La soddisfazione e l'orgoglio per aver compiuto un gesto di grande generosità, si legge negli occhi e nei sorrisi dei tanti donatori che questa mattina si sono recati al centro trasfusioni dell'Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. Ad accoglierli all'ingresso della struttura, i volontari dell'Avis della città, che da anni si impegnano per incentivare la raccolta di sangue da destinare alle persone affette da Talassemia. A Olbia, sono circa settantacinque i talassemici che ogni dieci giorni, si rivolgono al Giovanni Paolo II per ricevere le trasfusioni di sangue. Un calvario per i malati e un grande impegno da parte dei volontari Avis nel reperire la quantità di sangue necessaria. La giornata di oggi è particolare. Ricorre, infatti, la decima Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, istituita nel 2004 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. E' per questo che il numero dei donatori nella mattinata a Olbia, ha subito un'impennata.
In tanti, prima di recarsi al lavoro, hanno donato il sangue. "La Gallura, al momento, è autosufficiente per quanto riguarda la quantità di sangue a disposizione per le donazioni. In un anno mettiamo a disposizione fino a 35 mila sacche di sangue da 450 grammi", ci dice Agostino Chiaffitella, presidente dell'Avis Olbia. "Per essere a regime, l'ospedale Giovanni Paolo II dovrebbe disporre di venti sacche al giorno. L'Avis riesce ad averne una media di quindi, le altre arrivano dalle donazioni occasionali all'interno dell'ospedale stesso. Per questo motivo non dobbiamo importare il sangue", conclude Chiaffittella.
"Ho iniziato a donare dal 2004, da quando la mia bambina di tre anni si è ammalata di tumore. - ci dice Alberto Ferrigno, amministratore dell'Avis comunale. "Da allora - continua il signor Ferrigno - non ho mai smesso. Con la donazione di stamane sono arrivato a cinquantaquattro prelievi di sangue. Ne vado fiero". Ed è orgogliosa anche Valentina Marrazzo, ventiduenne di Olbia, che ha donato il sangue per la prima volta. Seduta sulla poltrona dei prelievi, Valentina tratteneva a stento l'emozione. "Ho scelto di donare - ci dice - perché mio cugino ha l'Anemia Mediterranea. Volevo fare una cosa bella per lui e per chi ha bisogno del nostro aiuto". Gli uomini dell'Avis continueranno a battersi affinché il numero delle donazioni aumenti. "Donare sangue allunga la vita a tante persone e rende felici".