Palazzina degli Ex Ferrovieri a Olbia Due interventi nel giro di 48h

(foto: Olbianotizie.com)
giovedì 6 giugno 2013
La Polizia Locale fa murare gli ingressi della palazzina degli ex ferrovieri in via Vittorio Emanuele per morivi di sicurezza. I senzatetto rientrano aprendosi un varco tra i mattoni e il giorno dopo spariscono nel nulla.

OLBIA. All'indomani dell'incendio all'interno della palazzina del dormitorio degli ex ferrovieri di via Vittorio Emanuele, il nostro giornale era entrato nello stabile per mostrare le condizioni disumane in cui diversi senzatetto avevano continuato a dimorare in quel luogo. Le immagini raccontavano una storia di vita vissuta con disperazione: piatti con residui di cibo, vestiti adagiati sul letto, occhiali poggiati sul davanzale di una finestra, una camera completamente distrutta dalle fiamme, una struttura, insomma, pericolosa e fatiscente che aveva convinto il comandante della polizia locale di Olbia Gianni Serra ad ordinare ai proprietari dello stabile di sbarrare ogni ingresso in modo da impedire a chiunque di entrare e rischiare di farsi  del male. Così, gli operai di un'impresa edile della città hanno murato le porte dello stabile, sotto la supervisione dei vigili urbani, ma è stato tutto vano perché, nella notte,  i senzatetto si sono riappropriati della  " loro abitazione". Hanno aperto un  varco tra i mattoni e sono riusciti nuovamente ad entrare per poi sparire, la mattina successiva,  nel nulla, invisibili, come sempre, agli occhi distratti della gente. Oggi, siamo ritornati anche noi sul posto. Il vento di scirocco si infila tra le finestre aperte e i vetri rotti, qualcosa sembra cadere all'interno della palazzina, provocando anche uno strano suono. E' solo un'impressione come quella di sentire passi e voci, ma gli agenti della polizia municipale hanno appena controllato e le stanze sono vuote. Si sta procedendo ad una  seconda muratura degli accessi, ma appare inevitabile che pure questa notte gli "inquilini" di via Vittorio Emanuele tornino. Lo faranno perché non hanno altro posto dove andare e da tempo considerano quella come l'unica loro opportunità. Lì dentro hanno tutta la loro vita, i vestiti, i libri, le padelle e i fornelli a gas per scaldare qualcosa da mangiare, le coperte per non morire di freddo nelle notti invernali. Alessandro, una delle persone scampate all'incendio dell'altra notte,  lo aveva, del resto, confessato: "Io non ho paura di niente, tornerò lì dentro, è l'unico posto dove posso andare". Al di là di ogni intervento immediato, rimangono, comunque, aperte due questioni: la prima riguarda l'emergenza abitativa in città, la seconda invece la pulizia e la messa in sicurezza di un luogo pericoloso che di fatto, però, sopperisce alla carenza di strutture capaci di offrire ospitalità a chi, in fondo, chiede solo di sopravvivere.

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