Un packaging 'spaziale', il progresso e le nuove frontiere dell'imballaggio
martedì 28 febbraio 2012
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - Conquistare lo spazio e fare la spesa al supermercato hanno in comune il progresso nel packaging, ovvero i sistemi di impacchettamento, tracciabilità e conservazione dei cibi che consentono tanto agli astronauti di vivere in orbita, quanto ai comuni consumatori di portare in tavola prodotti sicuri. Sicurezza e resistenza sono proprio le caratteristiche degli imballi 'spaziali' di alimenti e prodotti per la cura della persona, posti all'interno di speciali confezioni in grado di resistere alle sollecitazioni estreme del lancio in orbita. A raccontarlo è Paolo Nespoli, primo astronauta italiano ad aver svolto una missione di lunga durata nello spazio (159 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale), ospite della conferenza introduttiva di Ipack-Ima, il salone del packaging, material handling e package printing che ha aperto oggi a Fieramilano (fino al 3 marzo). Per le missioni di esplorazione spaziale, spiega Nespoli, l'imballaggio è importantissimo, poichè tutti i materiali in orbita devono resistere alle sollecitazioni del lancio e conservarsi per mesi: dal cibo al materiale tecnico per gli esperimenti, dagli effetti personali ai rifiuti, tutto è confezionato per rendere confortevole, sia per l'uomo che per l'ambiente circostante, l'attività di una spedizione spaziale. Le riserve di cibo, liofilizzato e termo-stabilizzato, possono giungere alla navicella anche dopo un anno dalla loro preparazione sulla Terra: gli astronauti 'fanno la spesa' grazie alle navicelle di rifornimento che periodicamente vengono portate in orbita e affiancate alla Stazione Spaziale Internazionale. Dalla Terra allo spazio, poi, le cose si complicano: le condizioni estreme dovute all'assenza di gravità (anche una semplice cannuccia per bere deve essere dotata di valvola per non disperdere il liquido nell'ambiente) sono diventate per l'industria del packaging una sfida: sono numerose le situazioni estreme sulla Terra a cui la tecnologia del packaging può offrire risposta,, come nel caso dei climi inospitali che richiedono particolari condizioni di conservazione di generi di prima necessità. In India, il 50% di quanto viene raccolto va sprecato per la cattiva conservazione. Il packaging 'spaziale' si avvale di un imballaggio esterno composto da due blocchi di materiale speciale espanso che viene sagomato all'interno secondo la forma dell'oggetto contenuto e all'esterno secondo la forma del contenitore dove verrà alloggiato. Ognuno dei pezzi è inventariato, provvisto di velcro e di solito legato da una cinghia in modo da rimanere chiuso in assenza di peso, anche quando il contenuto viene rimosso. I materiali dell'imballaggio devono essere ignifughi, antistatici e non devono rilasciare sostanze tossiche se scaldati. Devono poi essere i più leggeri possibili e possibilmente si devono poter collassare o tagliare senza sgretolarsi.
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