Chirurgia bariatrica, nuovi protocolli per gestione ricoveri al 32° Congresso Sicob

martedì 21 maggio 2024
A Giardini Naxos dal 23 al 25 maggio con circa mille specialisti
Roma, 21 mag. (Adnkronos Salute) - Chirurgia laparoscopica e robotica, prevenzione e gestione delle complicanze post-operatorie, ma anche microbiota, nutrizione e farmaci. Sono questi i focus in programma al 32° Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia dell'obesità (Sicob) dal titolo 'Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica', in programma dal 23 al 25 maggio presso Giardini Naxos (Messina). Circa mille gli specialisti presenti, con una importante presenza di under 40.L'iniziativa - riporta una nota - costituirà un essenziale momento di confronto sullo stato della chirurgia bariatrica, in particolare sulla diffusione presso tutti i centri di un protocollo per la gestione perioperatoria del paziente obeso già adottato presso alcuni centri accreditati, che consente una rapida ripresa post-operatoria del paziente sottoposto a chirurgia attraverso l'applicazione di un percorso multimodale volto a ridurre stress, dolore, nausea, vomito in assenza di sondini, drenaggi e cateteri. "L'applicazione di tale protocollo assicura al paziente un'esperienza migliore e ricoveri di breve durata, nonché una ripresa quasi immediata - dichiara Giuseppe Navarra, presidente Sicob - Eras è l'acronimo che a livello globale identifica questo nuovo approccio. Nel corso del congresso proporremo un protocollo adattato alla realtà italiana che ci auspichiamo possa essere condiviso dai soci della Sicob e poi adottato in maniera diffusa sul territorio nazionale. La società si farà poi carico di verificare l'adozione dei protocolli a livello dei singoli centri che potranno essere quindi accreditati"."La mia esperienza con i protocolli di gestione fast track del perioperatorio in bariatrica risale al 2013, e dopo più di 10 anni continua a dare ottimi frutti - riferisce Giuseppe Maria Marinari, responsabile Uo Chirurgia bariatrica all'Irccs Humanitas di Milano - I risultati lasciano tutti molto soddisfatti: complicazioni ridotte, quindi piena sicurezza, ma anche aumento della qualità percepita dal paziente. L'adozione di questi protocolli rende la chirurgia più gentile e mette i pazienti al centro, restituendoli in tempi brevi e in buone condizioni alla loro quotidianità. Si può parlare senza timore di umanizzazione delle cure. Non è da dimenticare che anche i manager ospedalieri sono soddisfatti: questi protocolli aumentano la sostenibilità della chirurgia, permettendo in pratica di curare più persone con le stesse risorse in termini di letti di degenza". Per "ottenere questi risultati - aggiunge Marinari - è necessario lavorare su quattro fronti: creazione di un team efficiente ed efficace (fondamentale la collaborazione con anestesisti e infermieri), grande attenzione alla preparazione preoperatoria al fine di ridurre il rischio di complicanze, convinzione nell'abbandonare alcune tradizioni trasmesseci dai nostri maestri, seguire il paziente anche dopo la dimissione".Nella fase preoperatoria - rimarca la Sicob - è centrale il counseling, fase in cui il paziente viene istruito su tutte le tappe del suo percorso, così da abbatterne l'ansia e aumentare la sua consapevolezza. Per quanto riguarda l'intervento vengono scelti approcci mini-invasivi, tramite chirurgia laparoscopica e robotica, quindi senza tagli, ma solo con lievissime incisioni. Fondamentale il ruolo dell'anestesista che seguirà protocolli anestesiologici che limitano al minimo l'uso di oppiacei, riducendo il rischio di nausea, dolore e vomito post-operatorio."Se vengono adottati tali accorgimenti - afferma Navarra - la fase postoperatoria risulta meno impattante e di conseguenza il paziente può lasciare l'ospedale prima. Il risveglio è quasi immediato al termine dell'intervento, il paziente è in grado di lasciare il letto, sorseggiare liquidi e riprendere una minima alimentazione già dopo qualche ora e può tornare a casa nell'arco di 48 ore anziché dopo 4-5 giorni tipici della gestione classica. Tranne in casi particolari non si usano più sondini, drenaggi e cateteri. La dimissione comunque avviene solo dopo una visita scrupolosa e la compilazione di una specifica e minuziosa check list. Riduzione di degenza da 5 a 2 giorni significa anche risparmio di risorse da una parte, ma soprattutto posti letto disponibili per altri pazienti ed interventi".
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