Strage Fidene: chiesta responsabilità Difesa e Interno, 'ignorata precedente segnalazione’

giovedì 12 ottobre 2023
Roma, 12 ott. (Adnkronos) - Le parti civili ammesse nel procedimento che vede imputato Claudio Campiti, l’uomo che lo scorso undici dicembre ha aperto il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde in un gazebo di via Monte Gilberto, a Fidene, uccidendo quattro donne, hanno chiesto di chiamare come responsabili civili il ministero dell’Interno, quello della Difesa e il Tiro a Segno Nazionale – sezione di Roma che avevano funzioni di controllo sul poligono. Le parte civili, ammesse oggi, fra cui familiari e amici delle vittime, hanno sottolineato con la loro richiesta come la sottrazione dell’arma dal poligono di Tor di Quinto non fosse il primo caso avvenuto e che quindi addetti e vertici del poligono, dell’Unione italiana Tiro a segno e i ministeri della Difesa e degli Interni si sarebbero dovuti attivare. In particolare, il dicastero della Difesa viene chiamato in causa dalle parti civili perché l’Unione italiana Tiro a segno è sottoposta alla vigilanza del ministero e non avrebbe ottemperato all’obbligo di garantire la sicurezza omettendo di esercitare il suo potere, causando, secondo le parti civili, una ‘’situazione di pericolo durata per anni’’.Per quanto riguarda il ministero dell’Interno, viene individuata la sua competenza per quanto attiene ai compiti di pubblica sicurezza nell’utilizzo delle armi. Nell’istanza si fa riferimento in particolare a un fatto avvenuto nel febbraio 2022 quando un uomo aveva inserito nell’app della polizia una segnalazione relativa alla volontà di recarsi in Vaticano utilizzando un’arma che avrebbe prelevato al tiro a segno, dove è stato intercettato da una pattuglia del commissariato Ponte Milvio e tre giorni dopo un ispettore aveva redatto una relazione di servizio diretta al dirigente del commissariato. Una segnalazione a cui veniva allegato il regolamento del tiro a segno nazionale e il 21 febbraio il primo dirigente segnalava alla questura che ‘’l’ingresso e l’uscita non sono vigilati e l’armeria dove si ricevono le armi si trova in prossimità dell’uscita e ciò renderebbe molto facile a malintenzionati portare via dal poligono le armi e le munizioni appena ricevute’’. E per questo il dirigente segnalava che ‘’per evitare questo rischio la direzione potrebbe consegnare e ritirare armi e munizioni direttamente sulla linea di tiro’’. Una segnalazione inviata via Pec il 21 febbraio e che il dirigente aveva trasmesso anche il 26 agosto sollecitando una risposta non avendo ricevuto alcun riscontro. A giudizio delle parti civili, la segnalazione del febbraio 2022 e il sollecito di agosto avrebbero potuto impedire la strage avvenuta poi il successivo 11 dicembre. Sulla richiesta il gup di Roma si è riservato. La prossima udienza è fissata per il 16 ottobre.
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