Milano: giudici, 'sì a perizia psichiatrica per Pifferi' (2)
martedì 10 ottobre 2023
(Adnkronos) - La decisione della corte, presieduta dal giudice di Milano Ilio Mannucci Pacini, arriva dopo la scelta di non ascoltare i consulenti della procura, ma di conferire a un perito - l'udienza per l'incarico è fissata per il 13 novembre prossimo - il conferimento di un accertamento che possa far luce sulla capacità dell'imputata. Per il pm Francesco De Tommasi, che nel suo intervento si è opposto più volte alla perizia psichiatrica, Alessia Pifferi "entra in carcere senza pregressi psichiatrici, entra a San Vittore dopo essersi sottoposta a interrogatorio" e nel ricostruire quanto accaduto il 20 luglio 2022 "segue un ordine logico e cronologico, insomma non emerge nessuna problematica. Per diversi mesi la Pifferi è una persona che sta benissimo, ha la piena capacità di esporre i fatti, di relazionarsi, è lucida non ha nessun tipo di problemi", poi il test Wais (per valutare l'intelligenza negli adulti, la difficoltà di apprendimento, il deterioramento cognitivo e il quoziente intellettivo) fatto dai medici all'interno del carcere 'trasforma' il quadro. "E' un metodo anomalo", che poco dice da solo, ma che soprattutto per il pm "fuoriesce dalle competenze della struttura psichiatrica del carcere". La pubblica accusa non contesta solo il metodo, ma anche l'oggetto dell'accertamento che ha come effetto "quello di manipolare il cervello della Pifferi rendendo oggi impossibile ripetere un accertamento di questo tipo". De Tommasi contesta che l'imputata abbia un Qi di 40 - "non sarebbe stata in grado di dire nulla, di relazionarsi, di fornire delle risposte che nella loro assurdità sono risposte chiare" - e rigetta l'idea di una perizia che dovrebbe fondarsi su una documentazione che non riconosce. "Gli esiti non sono assolutamente credibili, non ci sto a essere preso in giro sotto questo profilo. Riteniamo assolutamente inutile una perizia sulla capacità cognitiva e non necessaria una perizia sull’imputabilità perché non c’è nessun tipo di elemento che possa mettere in discussione la capacita dell’imputata di rendersi conto di quello che stava facendo" conclude De Tommasi che chiede di escludere i documenti degli psicologi del carcere. Un no alla perizia condiviso dall'avvocato di parte civile, Emanuele Di Mitri che ricorda l'assenza di pregresse patologie psichiatriche e la piena capacità della donna alla sbarra. "L'infanzia infelice non elide il confine tra giusto e sbagliato, la Pifferi sapeva quello che stava facendo, che il digiuno prolungato della sua bambina ne avrebbe determinato la morte", spiega in aula. "Sono desolata da questo terrore per l'espletamento di una perizia - sottolinea il difensore Alessia Pontenani -, il test non si può falsare e non capisco se il pm sta insinuando che abbiano manipolato la testa dell'imputata. E' stata depositata tutta la documentazione medica del carcere, li c'è tutto e non c'è nessuna strategia processuale" conclude la legale.
Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, acconsenti all’uso dei cookie.