Roma, 3 ago. (Adnkronos) - "Nel nostro Paese superare la malattia a livello clinico non ha significato smettere di essere considerati dei ‘pazienti’. Spesso le persone vengono costrette a dichiarare le neoplasie da cui sono state affette in passato, venendo classificate, e quindi discriminate, come clienti ‘a rischio’. Tutto diventava difficile, a volte impossibile: accedere a un mutuo, a un finanziamento, a polizze assicurative, a un percorso di adozione di un figlio, nell’affidamento di un minore. Difficile pure non essere discriminati sul lavoro. Un vuoto normativo ha fatto sì che persone guarite vivessero con l’ansia addosso di uno stigma continuo, una colpa che non le faceva sentire normali, uguali a tutte le altre. Discriminazioni senza alcun fondamento medico e che finalmente oggi ci spingono a colmare questo vuoto". Così il capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera e componente della segreteria nazionale, Marco Furfaro, intervenendo in aula per annunciare il voto favorevole dei dem alla proposta di legge sull’oblio oncologico."In questa legislatura - ha aggiunto - il Pd ha presentato una proposta sull’oblio oncologico a mia prima firma. Altre colleghe e colleghi di altri partiti hanno fatto lo stesso. Ringrazio di cuore le due relatrici, Maria Elena Boschi e Patrizia Marrocco, per aver costruito un clima collaborativo tra le forze politiche per arrivare a un testo condiviso. Lo dobbiamo a Laura, una ballerina che ha curato un tumore al seno e che potrà chiedere un mutuo per realizzare il sogno di aprire una scuola di danza. Lo dobbiamo a Francesco, guarito da un tumore alla tiroide, che insieme alla compagna potrà finalmente accedere alla strada dell’adozione". "Per una volta possiamo dire che la politica ha dato un bello spettacolo. Perché oggi approviamo una legge di civiltà che porrà fine a tante discriminazioni", ha concluso Furfaro.
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