Ucraina: Gabrielli, 'nessun dossieraggio da intelligence, stop a infamanti sospetti'
venerdì 10 giugno 2022
Roma, 10 giu. (Adnkronos) - “Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione che avrebbe ispirato il noto articolo apparso sul Corriere della Sera". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, in una nota interviene con durezza sulla cosiddetta lista 'filo-Putin', difendendo a spada tratta il lavoro dell'Intelligence che non ha esercitato "nessun dossieraggio" - assicura Gabrielli - nonostante l'ombra di "infamanti sospetti"."Il Bollettino, come già anticipato - chiarisce Gabrielli dando appuntamento alla stampa in una conferenza che si terrà nel pomeriggio di oggi, alle 15 - compendia l’attività di uno specifico tavolo creato nel 2019, coordinato dal Dis e al quale partecipano, oltre ad Aise e Aisi, l’Ufficio del Consigliere militare del Presidente del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, i ministeri dell’Interno e della Difesa. Di recente è stato esteso al Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Mise, all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e all’Agcom. Di ciò è dato conto in tutte le relazioni periodiche al Parlamento"."Tale Bollettino riguarda un’analisi del fenomeno basata unicamente su fonti aperte e non contiene, considerata la fisiologica diffusione, alcun elemento proveniente da attività di intelligence - mette in chiaro -. Auspico che la sua lettura integrale, al di là di strumentali veicolazioni parziali, faccia comprendere la reale finalità della sua collazione – in linea con le sollecitazioni dell’Unione Europea, da ultimo con la decisione del Parlamento Europeo del marzo scorso – e porti alla definitiva cessazione di ogni infamante sospetto sull’attività dell’Intelligence nazionale o su fantomatici indirizzi governativi volti a limitare il diritto di informazione, da me, in più circostanze, evocato come vero ed efficace antidoto alla disinformazione”, conclude.
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