Trieste: poliziotti uccisi, Meran verso proscioglimento, parola a giudici
venerdì 4 marzo 2022
Milano, 4 mar. (Adnkronos) - "La condotta costituente fatto reato è stata attuata all'interno di una condizione mentale caratterizzata da un delirio persecutorio, di pregiudizio e di onnipotenza, ponendosi in nesso di causalità diretto con la patologia psicotica in atto e tale da escludere totalmente la capacità di volere ai sensi dell'articolo 88 del codice penale". E' in questa frase, contenuta nelle conclusioni della perizia del professore Stefano Ferracuti, che è racchiuso il destino giudiziario di Alejandro Stephan Meran, accusato dell’omicidio di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti uccisi negli uffici della questura di Trieste il 4 ottobre 2019. La perizia chiesta lo scorso 13 dicembre dalla corte d'Assise mette fine alle diatribe tra le parti sull'effettiva capacità di volere del 32enne di origine domenicana e di fatto sancisce il suo prossimo proscioglimento. La corte non potrà non tener conto di conclusioni così nette che lo rendono non imputabile, ossia non punibile. Nella prossima udienza, in programma il 14 marzo, sarà lo psichiatra a spiegare alle parti e alla corte le sue conclusioni e perché per Meran, ritenuto socialmente pericoloso, si valuti "necessità di internamento in residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza dal momento che presenta a tutt'oggi un grado di compenso clinico marginale, manca completamente di consapevolezza di malattia, non presenta alcun elemento di rivalutazione critica della propria condotta e presenta una marcata tendenza a comportamenti impulsivi e aggressivi". Il vero punto si sposta ora sulla pericolosità sociale - che dovrà essere stabilita dai giudici - e dunque su quale sia per l'indagato, detenuto nel carcere di Verona, la migliore sistemazione per sottoporsi alle cure psichiatriche.
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