Pmi: l'esperto De Danieli, 'puntare su digitalizzazione data driven'

giovedì 8 luglio 2021
Roma, 8 lug. (Labitalia) - "Mentre il mercato dei dati è in netta ascesa, persiste tuttora un gap importante tra il loro impiego strategico e le pmi italiane. Eppure, le statistiche parlano chiaro: le aziende con un approccio analitico e data driven sono quelle che hanno sopportato meglio gli effetti della pandemia. L'analisi numerica, oggi, è un processo fondamentale e primario ma che quasi mai viene avvertito come tale. Per ripartire occorre un cambio di prospettiva in questo senso". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Giuliano De Danieli, già consulente Ikea, Intesa San Paolo, Pittarello ed esperto di digital marketing e vendite e fondatore di Prima posizione, agenzia specializzata nella creazione di servizi a 360 gradi per aziende che vogliono acquisire contatti, posizionarsi e vendere online e offline."Le imprese - spiega - devono utilizzare i dati per effettuare scelte efficaci e sostenibili perché un'azienda guidata con un approccio data driven gode di un valore maggiore e può limitare sensibilmente i margini di errore"."Se effettuata prima e durante i processi decisionali interni - osserva De Danieli - un'analisi numerica può rivelarsi un'alleata straordinaria, arrivando persino a determinare la velocità con cui si innova". L'esperto ricorda che "una ricerca dell'osservatorio Big data analytics & business intelligence del Politecnico di Milano, rivela come la differenza tra le aziende innovative e quelle meno strutturate sia legata alla gestione dei dati". "Nel solo 2020 - continua - il mercato degli analytics ha raggiunto in Italia un valore complessivo vicino ai 2 miliardi di euro e secondo molte proiezioni la cosiddetta data economy potrebbe portare al nostro Paese 50 miliardi di euro, pari al 2,8% del pil. Il paradosso è che l'Italia genera il 20% dei dati europei, una cifra altissima, ma ne utilizza solo il 10% del suo potenziale nel business aziendale".Ma come applicare i dati in maniera smart all'interno delle aziende italiane? Giuliano De Danieli spiega che "si parte innanzitutto da un'operazione di reverse engineering, ovvero un'analisi dello scontrino medio, per poi stabilire quante lead servono per attirare un prospect interessato e per renderlo un cliente potenzialmente ricorrente". "Con un'adeguata analisi numerica, insomma, è più facile valutare con chiarezza il percorso aziendale da intraprendere, e questa è senza dubbio tra le priorità e le necessità di intervento per le pmi. Tra i limiti più importanti spiccano i pochi margini delle aziende italiane, sia a causa della forte pressione fiscale, sia a causa della difficoltà nell'immettere su mercati floridi delle proposte di valore tramite proposte d'eccellenza", conclude.
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