**Csm: Balsamo, 'sono felice, Tribunale Palermo diventerà modello internazionale'**
mercoledì 7 luglio 2021
Palermo, 7 lug. (Adnkronos) - "Sono molto felice, vorrei che il Tribunale di Palermo diventasse la punta avanzata della tutela dei diritti umani, un modello internazionale". Lo ha detto all'Adnkronos Antonio Balsamo, appena nominato dal Csm il nuovo presidente del Tribunale di Palermo. La nomina di Balsamo, che da qualche anno è a Vienna dove svolge il ruolo di consigliere giuridico della Rappresentanza d’Italia presso l’Onu, è arrivata dopo due votazioni nelle quali si è registrata una parità di voti con l'altro candidato proposto dalla commissione, il gip di Palermo Piergiorgio Morosini. Dodici a 12, con nessuna astensione. In base al regolamento l'incarico è conferito al più anziano in ruolo, dunque Balsamo. "Vorrei che tutti i colleghi possano mettere in pratica la sensibilità di Rocco Chinnici, il coraggio di Paolo Borsellino e la visione anticipatrice, a portata internazionale, di Giovanni Falcone - dice ancora Balsamo - Al tribunale di Palermo ci sono tanti colleghi che possono mettere in pratica e dare una fortissima attualità a queste tre cose". E ribadisce: "Il Tribunale di Palermo può diventare un grande modello a livello europeo e internazionale, nel momento in cui la ministra Marta Cartabia sta progettando una riforma della giustizia che potrà cambiare il funzionamento dell'attività processuale e ricostruire la fiducia nei cittadini nella magistratura".Dal 2016 Balsamo è stato sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Come giudice a Palermo si è occupato tra gli altri del procedimento a carico di Giulio Andreotti e di importanti processi contro Cosa Nostra come quello per l'omicidio del giornalista Mario Francese. Durante il periodo a Caltanissetta, ha presieduto la Corte di assise in importanti dibattimenti in materia di criminalità mafiosa, tra gli altri, nel cosiddetto processo 'Capaci bis' sulla strage di Capaci e nel processo 'Borsellino quater' sulla strage di via D'Amelio. E' lui il giudice che ha definito "Le dichiarazioni di Vincenzo Scarantino sono state al centro di uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana“ nelle motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater a proposito delle indagini sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice. Un depistaggio, si legge a pagina 1735, che “ha condotto alla condanna alla pena detentiva perpetua di Profeta Salvatore, Scotto Gaetano, Vernengo Cosimo, Gambino Natale, La Mattina Giuseppe, Murana Gaetano ed Urso Giuseppe, per il loro ritenuto concorso nella strage di Via D’Amelio”.
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