Il pediatra, 'calo nascite collegato con crisi economica'
mercoledì 3 luglio 2019
Roma, 3 lug. (AdnKronos Salute) - Il nuovo crollo delle nascite nel Belpaese - l'Istat segnala il minimo storico nel 2018 dall'Unità d'Italia - non stupisce il pediatra di Milano Italo Farnetani, che da anni monitora il fenomeno. Se i neonati iscritti all'anagrafe sono stati 439.747, con un calo del 4% rispetto al 2017 (-18 mila in valori assoluti), "io ho sempre interpretato i dati del calo demografico negli ultimi anni come un effetto dell'andamento dell'economia reale", spiega all'AdnKronos Salute l'esperto, docente alla Libera università degli Studi di Scienze umane e tecnologiche di Malta.Farnetani sottolinea "la situazione dei giovani italiani, costretti a lavori precari con contratti brevi. Tra cococo e lavori 'a gettone', è normale che i ragazzi abbiano difficoltà anche solo a pensare al consolidamento della famiglia. Offrire certi servizi o meno poi fa la differenza, e questo è un punto dolente nel nostro Paese: mancano i servizi per l'infanzia - rileva il pediatra - La riduzione del concepimento, comunque, non la ritengo un fatto inarrestabile. Il dato tornerà in salita nel momento in cui l'economia reale tornerà a crescere, e di conseguenza anche l'occupazione". Inoltre, osserva Farnetani, "questa riduzione della natalità ha anche un aspetto positivo: oggi i genitori hanno sempre più spesso delle gravidanze consapevoli e quella di concepire un figlio è una scelta che si fa quando sanno di poter offrire alla prole una situazione di sicurezza e di benessere". Per lo specialista, comunque, "la natalità nel Belpaese riprenderà nei prossimi anni, ma è bene cominciare a programmare i servizi futuri in base ai nati di oggi. Queste statistiche garantiscono una possibilità di programmazione importante, che va sfruttata", conclude.
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