Caldo: mucche stressate, -10% latte tra Milano e Lodi

venerdì 28 giugno 2019
L'allarme della Coldiretti interprovinciale
Milano, 28 giu. (AdnKronos Salute) - Il caldo riduce la fame, aumenta la sete e toglie la voglia di muoversi. Negli uomini ma anche negli animali, quelli di casa e quelli in fattoria dove a soffrire di più sono le mucche: "Con le alte temperature stanno producendo fino al 10% di latte in meno rispetto ai periodi normali", segnala la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, che spiega gli effetti dell'innalzamento della colonna di mercurio nell'ultima settimana."Con il caldo torrido - racconta Gian Enrico Grugni, allevatore di Cervignano d'Adda nel Lodigiano - gli animali mangiano meno, bevono di più e producono meno latte. Già da un po' abbiamo attivato i ventilatori e le doccette refrigeranti in stalla per aiutare le mucche a resistere all'afa, ma chi non ha questi sistemi è destinato a perdere ben più del 10% del latte". Conferma Carlo Migli, imprenditore agricolo di Castelgerundo, sempre in provincia di Lodi: "Nonostante il raffrescamento - riferisce - c'è comunque un calo importante di produzione giornaliera. Il caldo stressa molto le mucche, che si alimentano con difficoltà e si muovono meno".Se "per gli animali domestici come cani e gatti è importante garantire sempre l'acqua e fare in modo che stiano al riparo dal sole e in luoghi ben areati - raccomanda la Coldiretti - per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24°C". "Anche gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo", prosegue l'associazione, se si pensa che "ogni animale è arrivato a bere con le alte temperature fino a 40 litri di acqua al giorno, contro i 70 dei periodi più freschi. Al calo delle produzioni di latte, dunque, si aggiunge un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all'assedio del caldo". "Difficoltà si riscontrano anche nei campi - indica ancora la Coldiretti interprovinciale - dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro".Infine, "con le temperature superiori ai 35°C anche le piante sono a di rischio stress idrico e colpi di calore che compromettono la crescita dei frutti, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali. L'intervento con irrigazione di soccorso è importante - concludono gli agricoltori - soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che, non avendo radici, sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie".
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